Videomessaggio, Berlusconi e la “bella morte”, Forza Italia e Salò

di Redazionet Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2013 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA
Videomessaggio, Berlusconi e la "bella morte", Forza Italia e Salò

Videomessaggio, Berlusconi e la “bella morte”, Forza Italia e Salò

ROMA – Videomessaggio, Berlusconi e la “bella morte”, Forza Italia e Salò. Del videomessaggio, il giorno dopo, oltre al messaggio (non stacco la spina al Governo, fossi matto) i maggior quotidiani hanno rilevato una certa stanchezza performativa diciamo così, un’aria da viale del tramonto con Berlusconi nella parte che fu Gloria Swanson.

E’ significativo, però, per restare a confronti italici, che l’ultima esibizione del grande comunicatore  abbia fatto scattare, sia in Mattia Feltri su La Stampa che in Stefano Folli sul Sole 24 Ore (entrambi sono seguiti commentatori politici), forse è un caso forse no, lo stesso automatismo associativo: l’ultimo Mussolini, la coda del fascismo della Repubblica sociale

E’ giustificata l’insofferenza di chi non vuol sentir parlare di regime in riferimento a Berlusconi, perché sarebbe “grottesco” (Francesco De Gregori, recentemente). Però è perlomeno curiosa la consonanza storico-lessicale dei due osservatori. L’articolo di Mattia Feltri, molto critico verso il “millesimo ritorno”, si intitola “Il messia sfinito e la tentazione della ‘bella morte'”, quella appunto dei repubblichini fedeli al Duce fino all’estremo.

Stefano Folli, concentrandosi più sugli effetti politici delle sue dichiarazioni, ne rileva le contraddizioni insormontabili e la dubbia tempistica storica, come la riedizione di Forza Italia. Se è chiaro come Berlusconi alla fine ha accettato il suo destino senza mandare per aria le larghe intese, il ritorno all’antico, il “progetto politico”, non corrisponde politicamente  a nulla se non a un “appello generico” per ridimensionare l’entità della sconfitta mentre si sforza di riesumare lo spirito del’94.

Pure Mussolini negli anni di Salò volle tornare allo spirito originario e rivoluzionario del suo “movimento”. Ma fu uno sforzo velleitario e persino patetico, dal momento che la dinamica storica ha una sua logica e nessuno può fermare il tempo. (Stefano Folli, Sole 24 Ore)