Oggi si vota sul federalismo regionale: Pd verso astensione

Pubblicato il 24 Marzo 2011 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il Pd dovrebbe astenersi sul decreto legislativo sul federalismo regionale, in voto giovedì pomeriggio alla Bicamerale. L’orientamento è emerso, secondo l’Ansa, al termine di una riunione mattutina, conclusasi con il segretario Pier Luigi Bersani che ha chiesto ai presenti il silenzio stampa di alcune ore per dargli il tempo di convincere i contrari al decreto, in particolare l’ala vicina a Dario Franceschini. Lo stesso Franceschini ha però smentito dicendo: ”Sono stupefatto per una ricostruzione totalmente inventata”.

Secondo l’Ansa, invece, alla riunione si sarebbe preso atto che il ministro Calderoli ha accolto molte delle proposte del relatore di minoranza Francesco Boccia, a partire dal ripristino dei 425 milioni per il Trasporto pubblico locale del 2011 che hanno portato Vasco Errani, presente all’incontro, a dichiararsi soddisfatto del decreto. Enrico Morando avrebbe proposto di votare a favore del decreto, per dimostrare che il Pd è un partito di governo che sa assumersi la responsabilità di riforme condivise, come ha auspicato anche il presidente Napolitano.

Sempre secondo l’Ansa Dario Franceschini si sarebbe detto decisamente contrario e avrebbe sottolineato la natura politica del voto sul federalismo: alla luce anche dell’atteggiamento ieri della Lega sulle missioni in Libia, o dell’atteggiamento dell’intera maggioranza sui temi della giustizia, è importante accentuare il profilo del Pd come partito cardine dell’opposizione a questa destra. A favore dell’astensione si è saldata l’area degli ex popolari, con il capogruppo in Bicamerale Luco D’Ubaldo, quella che fa capo ad Enrico Letta, e gli uomini vicini a Bersani, in particolare con Antonio Misiani e Giuliano Barbolini.

Letta avrebbe invece insistito su un punto: ”se configuriamo tutti i passaggi parlamentari come l’ultima occasione cruciale per dare la spallata, faremmo un grosso sbaglio”. Concetto ripreso da D’Ubaldo: l’astensione marcherebbe le critiche al merito ancora insufficiente del decreto, mettendo pero’ a valore i miglioramenti. Certo, i punti deboli sono molti, come ha evidenziato il responsabile Economia Stefano Fassina: ”Per i sostituti di imposta, cioè per le imprese, questo decreto sarà un rebus e porterà solo una aumento della burocrazia e dei costi. Paradossalmente il decreto è accettabile nelle parti conservative rispetto all’attuale regime, ed è debole in quelle innovative.

Alla fine Bersani avrebbe concluso chiedendo qualche ora in attesa che il relatore Boccia tratti con il governo sulla cosiddetta ”clausola di salvaguardia” che di fatto sospenda il federalismo regionale in caso di mancato rispetto degli impegni di ripristino dei fondi alle Regioni da parte del governo.