Wikileaks. “Berlusconi disse: i magistrati? Il male dell’Italia”. Elogi a Bersani

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA

«I magistrati male italiano»: la convinzione di Silvio Berlusconi è riportata dall’ambasciatore Usa a Roma David Thorne. E’ contenuta in un messaggio datato 30 dicembre 2009 e durante un pranzo con il diplomatico e il sottosegretario Gianni Letta il premier mostrò anche «un grande rispetto per i leader dell’opposizione», in testa Pierluigi Bersani, leader del Partito democratico.

Il messaggio «confidenziale» di Thorne è indirizzato al segretario di Stato americano e fa parte delle ultime indiscrezioni di Wikileaks.  «Berlusconi ha esplicitamente identificato la magistratura come il “principale problema” dell’Italia» e avrebbe assicurato a Thorne che era «pronto a stringere un’alleanza con l’opposizione di centrosinistra per la riforma giudiziaria». Per il Cavaliere, riferisce Thorne,  «un sistema legale dove i casi non vengono mai risolti definitivamente – e puoi essere assolto per un delitto ma poi vederti ripresentare il caso dopo – dissangua il sistema politico ed economico italiano». «È quello che è successo a lui. Berlusconi mi ha detto che sulla necessità della riforma può contare su alleati nell’opposizione, compreso il leader del Pd Bersani».

«Berlusconi e Letta hanno dimostrato un grande rispetto per i leader dell’opposizione – racconta Thorne – Berlusconi ha lodato il leader del Pd, Bersani, descrivendolo come una persona corretta e intelligente». Quanto a Letta «separatamente, ha elogiato l’ex premier (e arci-rivale) Massimo D’Alema», cui ha attribuito «coraggio e integrità durante la crisi dei Balcani e nel prendere alcune decisioni molto dure».

«Letta ha fatto notare che la permalosità di D’Alema e il suo atteggiamento da “primo della classe” rendono particolarmente noioso l’averci a che fare» racconta ancora l’ambasciatore nel suo messaggio a Washington. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio avrebbe messo in luce «la capacità di giudizio e l’efficacia politica» dell’attuale presidente del Copasir, che sarebbero valsi a D’Alema «il sostegno di Berlusconi per la candidatura a ministro degli Esteri Ue nonostante le divergenze».