Newt Gingrich e la macchina da soldi del repubblicano che sfida Obama

Pubblicato il 14 Maggio 2011 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGOTN – Newt Gingrich è un nomo poco conosciuto in Italia, forse perfino oscuro. Eppure, questo conservatore, ex presidente della Camera Usa, è senz’altro uno dei personaggi più colorati del panorama politico americano.

Gingrich ha annunciato ufficialmente mercoledì 11 maggio la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2012 e lo ha fatto all’ultima moda, con un messaggio su Facebook e Twitter e una intervista alla Fox, la tv di destra americana di cui è proprietario Rupert Murdoch, il magnate proprietario di Sky che in Italia considerano di sinistra:”Oggi annuncio la mia candidatura a Presidente degli Stati Uniti”.

La sua è la prima candidatura di peso nel partito repubblicano. Gli altri di cui si è fatto il nome, Romney, Huckabee, Palin, Trump, devono ancora uscire allo scoperto.

L’annuncio di Gingrich, che ha 67 anni, rappresenta, anche simbolicamente, il suo ritorno nell’arena della politica.  Con il suo “Contratto con l’America” aveva guidato nel 1995 il Partito Repubblicano alla riconquista della Camera, dopo 40 anni di egemonia democratica, ne aveva occupato la  carica di speaker, equivalente del nostro presidente, sembrava proiettato verso sempre più alti destini. Ma nel 1998 Gingrich si era dovuto dimettere dopo la sconfitta repubblicana nelle elezioni di mid term e uno scandalo sessuale che lo aveva visto coinvolto con una assistente parlamentare.

Ora è di nuovo sceso in campo. Se un giornalista, o un semplice curioso, volesse raccontarne le attività dovrebbe probabilmente seguirlo sul suo jet privato. Giorno dopo giorno, d’ora in ora magari, lo accompagnerebbe in Iowa, in Arizona, in Texas, ogni meta un business diverso.

Una volta è per la sua associazione politica American Solutions, creata per formare i candidati repubblicani, un’altra per affari legati alla sua compagnia privata farmaceutica, la Center for Health Transformation, infine per la sua attività di editore di un canale news bilingue, inglese e spagnolo, the Americano. Tutto questo, ma anche molto di più, è Newt Gingrich, un uomo che è stato a lungo la terza carica politica americana, un politico che gli americani conoscono ormai da decenni, e che è riuscito sempre, nel bene e nel male, a far parlare di sé. Se la sua attività politica è ben conosciuta, altrettanto sono conosciuti, e forse di più, le sue frasche amorose, i suoi divorzi, e non da ultimo, la sua attività imprenditoriale. Come tanti politici americani, Gingrich ha sempre trovato il modo, parallelamente all’attività politica, di fare molti soldi, e di costruirsi un piccolo impero.

Oggi, credono in molti, l’impero Gingrich potrebbe servire per dargli un potente slancio nella lotta per l’investitura repubblicana alle presidenziali del 2012. Per comprendere l’ampiezza del fenomeno basta leggere i numeri delle raccolte fondi delle associazioni politiche, per le quali potrebbe arrivare la bacchettata del Fisco che vuole tassare le donazioni.

Quella di Gingrich, tra il 2009 e il 2010, ha raccolto la cifra veramente straordinaria di 32 milioni di dollari, rastrellati attraverso il contributo di migliaia di donatori. Anche se tutti gli altri candidati repubblicani si coalizzassero insieme non raggiungerebbero comunque il «tesoro» di Gingrich.

Sono i segni della potenza di una macchina ben oliata, e senza rivali, che non è solo un pozzo di soldi, ma anche un efficace strumento di propaganda. Difatti, l’ex presidente della camera può contare sulla longa manus della sua associazione politica, la già citata American Solutions, che ha a sua disposizione un data base di 1 milione e 300 mila indirizzi mail (un materiale di importanza primaria in un paese dove il tasso di partecipazione al voto è basso, e dove conta «motivare» gli elettori ad andare alle urne), e che afferma di avere 300 mila donatori attivi. A questi numeri impressionati si aggiungano poi le imprese di Gingrich, dei veri e proprio gruppi di influenza, una casa editrice oltre che il già menzionato canale news ispano-americano.

Malgrado i numeri, le incognite sulla «papabilità» di Gingrich sono molte. Il denaro conta, certo, ma non è tutto in un paese «ideologico» come gli Stati Uniti. Bisognerà dunque vedere se le idee del repubblicano potranno coagulare un numero abbastanza vasto di interessi. A detta di molti, la sfida in questo senso è già persa. Specie all’interno del partito repubblicano, il dissenso è forte: in molti non vedono di buon occhio questo signore attempato che ha dalla sua più di uno scandalo e che non ha sempre brillato per coerenza. Come sintetizza Marc McKinnon, ex consigliere di George W. Bush: «In un periodo in cui la gente è affamata di cose diverse, nuove e rinfrescanti, Newt sembra stantio». Quello che è certo è che se i Repubblicani stanno cercando un Obama di destra, non è dalle parti dell’ex presidente della Camera che andranno a cercare.