Russia, processo Yukos. “Colpevole” l’ex magnate Khodorvkosky: rischia 14 anni di carcere

Pubblicato il 27 Dicembre 2010 - 15:04 OLTRE 6 MESI FA

Mikhail Khodorkovsky

L’ex magnate russo del petrolio Mikhail Khodorkovsky è stato riconosciuto colpevole nel secondo processo a suo carico a Mosca. La sentenza, giunta di primo mattino il 27 dicembre, spazza via le residue speranze di chi vedeva in una auspicabile assoluzione una nuova fase della politica russa. L’ex oligarca rappresenta infatti una delle poche voci levatesi contro il cerchio del potere che si stringe attorno al nuovo ‘zar’ Vladimir Putin.

L’ex capo della Yukos e il suo principale socio Platon Lebedev sono stati riconosciuti colpevoli nel loro secondo processo per furto di milioni di tonnellate di petrolio, secondo le agenzie russe. La procura ha chiesto 14 anni di carcere per i due. La procedura di lettura della sentenza durerà diversi giorni. Il caso Yukos è visto da molti come una montatura orchestrata dal potere per mettere fuori gioco un uomo d’affari giudicato troppo indipendente, che finanziava l’opposizione e non temeva di contraddire l’ex presidente Vladimir Putin, ora primo ministro.

La Yukos, fiore all’occhiello dell’industria petrolifera russa, è stata smantellato a vantaggio di imprese vicine al potere. Khodorkovski e Platon Lebedev sono sotto processo dal marzo 2009 per furto di 218 milioni di tonnellate di greggio. I due uomini si trovano però in carcere dal 2003 per scontare una pena di otto anni per truffa su vasta scala ed evasione fiscale.

Poco prima della lettura della sentenza di condanna c’era stata un’apertura del consigliere del presidente Dmitri Medvedev, Igor Iourguens. L’assoluzione sarebbe una decisione “giusta e pragmatica”, poiché “il pessimismo, l’impressione che i cambiamenti non siano possibili, e l’ipocondria sono diventati una ossessione nazionale”.

Non c’era molto da fidarsi ripensando alle parole di Putin, l’amico di Silvio Berlusconi, dei giorni precedenti, secondo cui “i ladri devono restare in prigione”, per poi precisare che tale affermazione era riferita al precedente processo, e che nessuna pressione era riferita ai giudici impegnati nel decidere la sentenza.  A cose fatte la dichiarazione del consigliere suona come una beffa: ogni tentativo di opporsi al potere assoluto dell’attuale dirigenza russa, di stretta osservanza putiniana, finisce in Siberia, a voler essere ‘pragmatici’.

La difesa dell’ex magnate del petrolio russo Mikhail Khodorkovski, riconosciuto colpevole di furto di tonnellate di greggio, farà appello contro la sentenza. Lo ha reso noto il suo principale avvocato, Vadim Kliuvgant, citato dall’agenzia Interfax.