Tunisia: raffiche di mitra nella capitale, ancora vittime. Ben Ali “mente” del caos?

Pubblicato il 16 Gennaio 2011 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

Violenze, spari e vittime. La normalità in Tunisia è ancora lontana: non sono bastate, infatti, nè la fuga dell’ex presidente Ben Ali, né l’annuncio di elezioni entro 60 giorni per riportare la calma nel Paese.

Spari a Tunisi. Nel centro di Tunisi, nel pomeriggio di domenica, sono tornati a sentirsi gli spari. I colpi d’arma da fuoco sono durati per circa un’ora e le strade della capitale sono semi deserte. Uomini armati, riporta la tv tunisisono stati uccisi dalle forze di sicurezza vicino alla banca centrale a Tunisi.

Fermato nipote di Ben Ali. Un nipote dell’ex presidente tunisino Zine el Abidine Ben Ali, Kais Ben Ali, è stato fermato dall’esercito a Msaken, nel centro del paese, la notte scorsa insieme ad altre dieci persone che ”sparavano all’impazzata” da veicoli della polizia.  Uno del gruppo è stato ucciso durante l’intervento dei militari, hanno riferito due testimoni, i quali hanno precisato di avere riconosciuto il nipote dell’ex capo di stato tra i fermati. Kais Ben Ali ha fama di essere a capo di un potentato a Msaken, nella regione di origine di Ben Ali. L’allerta e’ stata data da un gruppo di giovani che ha visto tre veicoli appartenenti alla polizia correre ad alta velocita’ per le strade della citta’ e dall’interno delle quali si sparava in tutte le direzioni per seminare il panico.

Giornalisti “assediati”. Tutti gli ingressi dell’albergo dove alloggiano molti giornalisti, l’hotel Africa, sono stati blindati con barriere metalliche, mentre proseguono le sparatorie intorno all’avenue Bourghiba, nel centro di Tunisi. Si sentono spari provenienti da piu’ direzioni. Alcuni giornalisti che stanno cercando di rientrare nell’albergo non possono attraversare la strada, mentre gli altri che si trovano nell’hotel, praticamente gli unici occupanti, non possono uscire.

Ambasciatore Unesco: “Caos orchestrato da Ben Ali”. L’ex ambasciatore tunisino presso l’Unesco, Mezri Haddad, dimessosi due giorni fa poche ore dopo la fuga di Zine El Abdidine Ben Ali, ha accusato oggi l’ex presidente di aver ”premeditato il caos” prima di lasciare il potere e di ”guidare a distanza le operazioni”.

”Accuso Ben Ali di aver premeditato il disordine e l’anarchia prima della sua partenza. Lo accuso di aver scelto la politica della terra bruciata stabilendo una strategia in tre fasi”, e’ l’affondo di Haddad. ”Ha dato armi e molti soldi alla guardia presidenziale e ai suoi fedelissimi affinche’ provochino la guerra civile subito dopo la sua partenza dalla Tunisia. Hanno dato loro ordine di scatenare le operazioni molto prima di decidere di fuggire. Ha sollecitato l’aiuto della Libia perche’ intervenga”, ha afferma il diplomatico. ”Questo piano criminale e machiavellico aveva un solo obiettivo: riprendere il potere”, ha proseguito Haddad, secondo Ben Ali ”sta guidando, per telefono, le operazioni” e sta tentando ”di far credere che i suoi attuali crimini siano stati commessi dagli islamisti e dall’opposizione di sinistra”.