Aldo Grasso: “Galliani, il vaso di coccio della parabola rossonera”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2013 - 19:58 OLTRE 6 MESI FA
Aldo Grasso: "Galliani, il vaso di coccio della parabola rossonera"

Aldo Grasso: “Galliani, il vaso di coccio della parabola rossonera”

ROMA – Aldo Grasso scrive per ‘Il Corriere della Sera’ sul periodo del Milan, incentrando il suo editoriale sulla figura di Silvio Berlusconi diviso tra il vecchio sodale e l’amore paterno

Barbara Berlusconi chiede la grazia per il padre e la disgrazia per Adriano Galliani. Marcello Dell’Utri conferma, Niccolò Ghedini smentisce.

Le scene sono più eloquenti dei retroscena e la scena in questione è quella dello stadio Nou Camp: Lady B e l’antennista sono seduti fianco a fianco per assistere a Barcellona-Milan: un muro di gelo, più niente da dire. Lontani i tempi in cui Galliani si abbandonava a balli sfrenati in tribuna per la vittoria di uno scudetto e subito diventava maschera popolare: lo Zio Fester del calcio, le smorfie, i duetti con Teo Teocoli che lo imita, l’immancabile cravatta gialla, il posto fisso al ristorante Giannino, la notte buia di Marsiglia, Arrigo Sacchi, Gullit, Van Basten, Savicevic… Da quasi trent’anni Galliani guida i rossoneri, potendo contare sulla fiducia di un ricco mecenate.
Le cose, da un po’ di tempo, non girano più tanto bene e Lady B, la terzogenita, ha cominciato la scalata alla società rossonera: vuole comandare lei, con grinta paterna. Anche se i tifosi non le perdonano di aver impedito la vendita di Pato (con cui spartiva una storia) e il conseguente acquisto di Tevez. Ieri Silvio e Adriano si sono visti: «Berlusconi sarà il mio presidente per tutta la vita» ha detto un rinfrancato Galliani.

Scurdámmoce ‘o ppassato direbbe Felice Caccamo e il passato sono le antenne della Società elettronica industriale, piccola società di impiantistica, i ripetitori, la tivù svizzera, Capodistria, lo scheletro del futuro impero televisivo, Canale 5. Galliani ha la tessera numero tre dell’inner circle di Arcore (famosa la foto che lo ritrae alle Bermude in tenuta ginnica con il Capo, Fedele Confalonieri, Marcello Dell’Utri e Gianni Letta).
Quando nel 1986 Berlusconi compra il Milan, ci piazza il suo uomo di fiducia. Adesso pare che Silvio sia diviso tra l’amicizia per il vecchio sodale e l’amore paterno, tra gli scarsi risultati del Milan e un futuro più attento ai conti economici: «Barbara mi ha scatenato l’inferno nel Milan, ma è brava, tosta: forse non ha l’età, chissà…».
La favola insegna che i meriti dei padri ricadono sempre sui figli, mentre le colpe precipitano sugli antennisti: è l’Italia dei competenti”.