Balotelli, Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano: “Peggio di lui gli ipocriti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2013 - 14:34 OLTRE 6 MESI FA
mario balotelli fatto quotidiano

Mario Balotelli (LaPresse)

ROMA – “Peggio di lui gli ipocriti”. Questo il titolo dell’articolo a firma di Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano in edicola oggi (mercoledì 16 ottobre).

“Balotelli è un calciatore notevole e un personaggio scomodo. Non pare consentire ragionamenti che contemplino sfumature. Si va dalla crocifissione retorica al giustificazionismo smodato. O di qua o di là. Ancor più adesso che, per colpa di un tweet, è riemersa quella visita sulle tracce di Gomorra.

L’8 giugno 2010, Balotelli si trovava all’interno del rione dei Puffi, nel quartiere napoletano di Scampia, “in compagnia di due elementi di spicco di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli, ovvero Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposito, del clan degli Scissionisti”. Così riferiva un’informativa consegnata alla Dda di Napoli dai Carabinieri del gruppo investigativo di Castello di Cisterna. Balotelli disse che non sapeva chi fossero. Un pentito della camorra, Armando De Rosa, in un interrogatorio reso ai pm di Napoli nell’ambito del-l’inchiesta su riciclaggio e ristorazione, sostenne che Balotelli cominciò a spacciare per gioco (…)

Il suo tweet è suonato sgradevole anzitutto per questo: per i “precedenti”. Un cinguettio sbagliato in tutto, persino nella foto della Gazzetta (rovesciata) e nell’ortografia: “Questo lo dite voi! Io vengo perché il calcio e bello e tutti devono giovarlo dove vogliono e poi c’è la partita!!!”. Il destinatario era la Gazzetta dello Sport, e con essa i gran capi che lo avevano indebitamente investito del ruolo di ambasciatore anticamorra. Quel tweet, unito alla semi-aggressione del cameraman Mediaset, ha offuscato il gesto nobile di disputare un allenamento della Nazionale in un campo confiscato alla camorra.

Paradossalmente, ma non casualmente, la colpa è anzitutto di Cesare Prandelli: se avesse applicato il suo codice etico, e poteva farlo facilmente perché Balotelli (…) era infortunato e le partite in programma non contavano nulla, il giocatore non avrebbe partecipato alla spedizione. Non sarebbero emerse politiche. E il messaggio anti-camorra sarebbe arrivato. Invece Prandelli ha prima amnistiato Balotelli e poi vietato salomonicamente Facebook e Twitter durante i Mondiali. Un po’ come scoprire un’orgia illegale e lanciare una fatwa contro il Viagra. Balotelli è, come spesso gli capita, indifendibile.

Dire che “ha solo 23 anni” non vuol dire nulla. Dire che è “sotto stress” è un insulto a chi è stressato sul serio. E dire che “i calciatori devono fare solo i calciatori” è uno dei mantra preferiti della destra (…).

Balotelli combina disastri di continuo, e riceve difese maggiori di quante ne abbia mai avute un Cassano. Chi ricorda la sua infanzia difficile, chi i suoi dolori per la Fico. Fanno bene gli abitanti di Scampia a criticarlo.

Don Aniello Manganiello, a Radio 24 come a Tikitaka , si è detto “disgustato” e ha messo in discussione la legittimità “morale” della sua presenza in Nazionale. Dando sostanzialmente ragione alla senatrice pd (e giornalista sotto scorta) Rosaria Capacchione, che – oltre a definirlo “imbecille viziato” – ha insinuato il dubbio: “Non vorrei che in questo modo abbia voluto mandare un messaggio chiaro a qualcuno”.

Dubbio lecito, per quanto irricevibile: non solo Balotelli non è camorrista (follia) ma non è neanche un modello. L’errore sta qui: nel chiedergli una cosa che non è in grado di gestire. E neanche vuole gestire. Al netto delle critiche sacrosante, la vicenda ha generato i puntuali cascami di melassa e buoni sentimenti con cui Lega e Figc provano ciclicamente a rifarsi una verginità. Quintali di politically correct e una verniciata di moralità apparente.

Balotelli è stato dai più difeso in quanto non proprio prossimo a Schopenhauer, e chissà se un alibi simile gli piaccia. Oltretutto Balotelli è molto meno “tonto” di quanto lo si ritenga: alcune sue interviste sono notevoli e il ragazzo, senza troppa pubblicità, fa volontariato nelle favelas.

Contraddittorio, nel bene e nel male. Balotelli non cambierà mai e non si può chiedere a un peccatore di improvvisarsi Esempio. “Politicizzare” le balotellate è come dire che le sbornie di Gascoigne sono un gesto anarchico contro l’impero britannico. Balotelli non è e non vuole essere un modello: è un rapper mancato, è un tamarrone. Quel tweet non doveva scriverlo, ma rifiutare investiture è nel suo diritto. Il suo limite è un altro: appartenente allo stereotipo genio & sregolatezza, il genio è ahinoi intermittente e la sregolatezza più cafona che dannata.

Balotelli ha poco di epico e molto di maleducato. George Best era un’altra cosa, per non dire di Maradona. Lì sta il limite. Lì sta l’errore. Molto più difficile da cancellare di un tweet sbagliato.”