Caos rimborsi. Più che ladri sembrano scemi, Vittorio Feltri sul Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Novembre 2013 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Caos rimborsi. Più che ladri sembrano scemi, Vittorio Feltri sul Giornale

Caos rimborsi. Più che ladri sembrano scemi, Vittorio Feltri sul Giornale

ROMA – Caos rimborsi, dal Piemonte all’Emilia passando per il lazio, più che ladri però, scrive Vittorio Feltri sul Giornale, “sembrano scemi…”

L’editoriale:

Tra l’altro non si riesce a comprendere come essi pen­sassero di farla franca, di pas­sare inosservati nel momen­to in cui mettevano le mani sulle nostre palanche. Che ol­tre a ladri siano scemi? Co­minciamo a temere che sia co­sì. Non soltanto i partiti inseri­scono nelle liste dei votabili i personaggi meno idonei dal punto di vista delle capacità, ma scelgono – premiandoli – i più deficienti, i quali difatti si fanno beccare con le mani nella marmellata come bam­bini. Viene voglia di prender­li a calci nel deretano, altro che spedirli in tribunale affin­ché siano giudicati dalle to­ghe rosse, verdi o nere che sia­no.
I ladri di galline di una volta suscitavano addirittura sim­patia, giacché agivano in sta­to di necessità: avevano fame e, spinti dal desiderio di sa­ziarsi con polenta e galletto arrosto, facevano strage di pollame. Non avevano altre chance per soddisfare l’appe­tito. Ma questi fighetti gratta­no a tutto spiano per abboffar­si nei ristoranti della nouvelle cuisine , per accaparrarsi un telefono cellulare ultimo mo­dello. E fanno schifo.Sono co­storo ad alimentare l’antipoli­tica, a incrementare il disgu­sto per le istituzioni cosiddet­te democratiche, ad allonta­nare i cittadini dalle urne.
I furfantelli della Regione Piemonte sono in buona com­pagnia. Prima di loro si sono distinti i fetenti della Regione Lazio sfuggiti al controllo del­la presidente Renata Polveri­ni, la quale poi, data la pro­pria cecità, è stata gratificata con una poltrona in Parla­mento. E sorvoliamo su Fran­co Fiorito e sui suoi epigoni sparsi in varie zone d’Italia.
Non è questo il momento di stilare l’elenco dei farabutti. Semmai è giunta l’ora diaboli­re non soltanto il monte pre­mi in dotazione ai partiti che occupano gli enti territoriali, ma anche di eliminare gli enti stessi, partendo proprio dalle Regioni sulla cui dannosità siamo tutti d’accordo, tranne coloro i quali le saccheggiano sistematicamente con il pre­testo di amministrarle. Venti Regioni impegnate a sperpe­rare gli introiti fiscali dello Stato sono troppe in assoluto. Ma considerando il debito che affligge il Paese, esse so­no altresì un lusso che non possiamo offrire quale man­giatoia ai ladruncoli profes­sionali muniti di tessera di partito. Chiudiamole tutte in fretta e recupereremo il dena­ro per pareggiare i conti. So­prattutto ci risparmieremo di assistere allo spettacolo ripu­gnante dell’assalto alla dili­genza. La nostra diligenza.