Franco Cordero al Fatto: “Napolitano? Ha pretese da monarca”

Pubblicato il 29 Aprile 2013 - 12:59| Aggiornato il 24 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Napolitano? Ha pretese da monarca”: è l’autorevole opinione espressa da Franco Cordero, professore emerito di Procedura penale all’Università Sapienza di Roma, in un’intervista al Fatto Quotidiano. Per Cordero è una peculiarità tutta italiana che:

un vecchio signore apostrofa l’assemblea agitando la frusta e l’applaudono. Ma siamo in Italia, dove melodramma, commedia, farsa appartengono al quotidiano.

Secondo il giurista il vero vincitore, all’indomani della rielezione di Napolitano al Quirinale, è Silvio Berlusconi:

18 mesi fa pareva sepolto, avendo condotto l’Italia a un passo dal tracollo, mentre lui s’arricchiva. Ridisceso in campo, sfiora la vittoria elettorale, ed è partner dominante del futuro assetto. Quanto conti, lo dicono due gravi dibattimenti penali: mancava solo la sentenza. Voleva impedirla e vi sta riuscendo: tra i compiti del governo nascituro uno, capitale. è liberarlo dalle pendenze penali. 

Per il professor Cordero è singolare che Napolitano non riesca a vedere l’enorme anomalia di uno Stato in mano al pirata (Silvio Berlusconi, ndr) e anzi, dinanzi alla crisi post elettorale rilancia le larghe intese in secchi termini imperativi. Quando il Fatto Quotidiano osserva che, non abbiamo mai avuto un Capo dello Stato tanto interventista, Cordero risponde:

l‘affarista corruttore, smisuratamente ricco, plagia le platee. Avevamo una Repubblica parlamentare ma il presidente in carica governa, attuando quel che 106 anni fa chiedeva Sidney Sonnino, gentiluomo maniaco, funesto in buona fede: lo Statuto Albertino forniva qualche appiglio in residui verbali d’ancien regime; l’attuale Carta no. L’uomo era poco visibile nelle file Pci. Fortunosamente asceso al Colle, parla molto, in un registro d’ipertrofia del potere: vanta prerogative da monarca (nel giorno in cui, rieletto, apostrofa le Camere, vanno in fumo i nastri contenenti misteriosi dialoghi suoi con un ex ministro); nella fattispecie opera come stratega politico. 

Poi se la prende con la stampa troppo entusiasta: La stampa governativa gli canta ditirambi quali fiorivano negli anni trenta”

E conclude:

Ormai esiste un padrone molto visibile: sceglie i ministri, fissa i legiferanda (Salvacondotto penale, divieto d0intercettare, mano morbida contro corruttori e corrotti, guida politica delle procedure ecc.) e gli argomenti da non toccare (cominciando dal colossale conflitto di interessi). Questo  governo nascerà, durando finché gli convenga: ha in tasca il decreto che sbanda le Camere, e la pistola alla tempia assicura un Pd condiscendente.