Gerardo Costabile, l’esperto italiano a Libero: “Nessun telefono è inattaccabile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2013 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA
NSA

NSA

ROMA – “Nessun telefono è inattaccabile”, Gerardo Costabile (Ernst&Young), intervistato da Libero, racconta come funziona il sistema di intercettazioni Usa.

Costabile, ci può spiegare come funziona Palantir?

«È un software che analizza milioni di dati e li collega, per scopi investigativi e di intelligence. Non si tratta di un programma di spionaggio ed è utilizzato in molti Paesi, nonsolo negli Usa. Analizza e collega i dati che vengono raccolti con altri software».

In questi giorni si è parlato di 35 capi di governo spiati. È possibile intrufolarsi nel telefonino dei potenti del mondo?

«In questo settore tutto o quasi è possibile. In pochi se lo ricordano, ma quando Barack Obama è diventato presidente degli Stati Uniti, la società che produceva il suo cellulare e i servizi segreti ne hanno realizzato uno su misura per lui a prova di intrusione. Significa che sino a quel momento esisteva un rischio sicurezza, per il primo presidente americano molto tecnologico. Il governo francese, alcuni anni fa, ha proibito ai propri servizi di sicurezza di usare una specifica marca di cellulari, che agevolava anche le comunicazioni di posta elettronica. Analogamente, in certi ambienti istituzionali transalpini, è bandito l’uso di software americani per i sistemi operativi di alcuni pc».

L’ex premier Romano Prodi sostiene che il sistema di spionaggio Echelon, anni addietro, aveva campionato la sua voce per intercettarlo, è tecnicamente possibile tutto questo?

«Si e queste tecnologie sono attualmente utilizzate anche in settori non militari, ad esempio per le frodi nel trading bancario, dove le telefonate sono registrate per motivi leciti e dicontrollo. Con programmi specifici si può individuare una singola parola o una certa voce in milioni di file».

Ci sono altri sistemi per acquisire questi dati?

«Si, oltre alla collaborazione delle società telefoniche e telematiche, è possibile spiare anche in altri modi. Uno dei sistemi più classici, quando ci si trova fisicamente nel raggio di azione del telefonino da intercettare, è quello di sostituirsi, di fatto, alla cella telefonica ufficiale. I prezzi di questi marchingegni sono proibitivi per un privato, si parla di cifre che superano il milione di euro per un singolo sistema, installato su un’autovettura ad hoc».

E se un aspirante spione volesse spendere meno?

«Ci sono dei software, chiamati in gergo trojan, che, attraverso finte email, entrano come cavalli di Troia, nel nostro computer o sul nostro cellulare, e si impossessano di tutte le informazioni confidenziali che trovano. Dobbiamo stare attenti quando apriamo la nostra casella di posta elettronica e troviamo messaggi che ci invitano a collegarci a indirizzi che non conosciamo ».

In un mondo così informatizzato, è vero che è in atto una cyber guerra tra Oriente e Occidente?

«La sfida è soprattutto tra cinesi e americani. Fanno a gara nell’acquistare società di telecomunicazioni, telefonia, Internet, infrastrutture in genere. Negli ultimi anni cinesi hanno lanciato una chat per telefonini, una marca di cellulari e producono ponti telefonici».

In Italia siamo bravi a spiare?

«È più facile essere spiati dagli altri, visto che nella vita di tutti i giorni utilizziamo continuamente tecnologie straniere e le infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni sono tutte passate a russi, angloamericani o cinesi». Esistono ancora sistemi di comunicazione imperforabili? «Una volta c’era Skype. Ma da quando è stato acquistato da una multinazionale americana si può intercettare. Lo stesso vale per WhatsApp o le comunicazioni via Google. Niente è impenetrabile».