Il Fatto: “Berlusconi rottama Alfano e il Pdl. Forza Italia è sua”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2013 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA
berlusconi alfano

Berlusconi e Alfano all’inaugurazione della nuova sede di Forza Italia (LaPresse)

ROMA – “Berlusconi rottama Alfano e il Pdl: Forza Italia è sua”. Questo il titolo dell’articolo a firma di Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano di oggi, venerdì 25 ottobre.

Da oggi Angelino Alfano non sarà più il segretario del Pdl. Silvio Berlusconi si riprende il partito con un’accelerazione a sorpresa. Nel primo pomeriggio romano di pioggia dopo giorni e giorni di sole estivo. Su un divanetto del Transatlantico, a Montecitorio, Gianfranco Rotondi, ex ministro lealista, discetta con un collega del nord. Squilla il cellulare. È palazzo Grazioli: “Grazie cara, domani alle 17, va bene. Dovrò ingaggiare una battaglia con mia moglie: avevamo programmato un fine settimana insieme”.

(…) Altra prova di orgoglio e forza. La prima notizia è questa. Poi vengono l’azzeramento, come chiesto da falchi e lealisti, e le nuove cariche. La disfatta delle colombe governiste si profila già all’ora di pranzo. A palazzo Grazioli, B. consulta senza sosta colonnelli e peones.

Alle due sono da lui Schifani, Gianni Letta, Matteoli, Gasparri e il siciliano Romano. L’unico modo per salvare l’unità del partito è rimettere tutto nelle mani di Berlusconi. Poi discutere tra venti giorni la spartizione delle poltrone. Ma le colombe sentono subito odore di trappola quando avanza l’ipotesi dell’ufficio di presidenza da convocare seduta stante. Formigoni, uno dei governisti più attivi, fa sapere di essere contrario. Cominciano già a circolare gli schemi delle caselle azzurre prossime a venire. Per Alfano, e solo per lui, senza alcun ministro attuale del Pdl, c’è il posto di vicepresidente. Senza deleghe e poteri, però. Un po’ come oggi Giulio Tremonti è ancora vicepresidente del Pdl. Chi l’ha visto?

La sostanza dovrebbe andare tutta in direzione del clan di Raffaele Fitto e Denis Verdini, fautori della linea dura contro il governo, a partire dalla legge di stabilità. Nella testa di B., a Verdini potrebbe andare l’ambitissimo ruolo di coordinatore unico. La macchina del partito, quella che decide i candidati per le elezioni. Poi in ordine sparso, i nomi della Santanchè, dello stesso Fitto, delle redivive Carfagna e Gelmini. Fuori pontieri e colombe. (…)

Alle sette di sera, l’umore degli alfaniani è sempre più cupo. Uno di loro profetizza: “Angelino non accetterà di perdere la faccia in questo modo. Forse domani (oggi per chi legge, ndr) non si presenterà nemmeno”. Addirittura i falchi più hard ventilano pure un rimpasto nel-l’esecutivo per eliminare definitivamente i “traditori” del 2 ottobre, quando il governo Letta fu salvato per non spaccare il Pdl. Ma da allora Berlusconi ha metabolizzato il “tradimento” e non è più spaventato. L’azzeramento, non a caso, arriva dopo il rinvio a giudizio per la compravendita di parlamentari nel 2008. Chiosa un lealista più che autorevole: “Alle 17 di domani (sempre oggi per chi legge, ndr) Angelino Alfano non sarà più segretario del Pdl. Il resto verrà dopo il consiglio nazionale. Mancano però venti ore e c’è una notte in mezzo. E nel berlusconismo tutto è possibile fino all’ultimo minuto”. Due ottobre docet.