Il Giornale agli “amici ebrei”: Berlusconi? Gli insulti sono altri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2013 - 16:46| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Il Giornale agli "amici ebrei": Berlusconi? Gli insulti sono altri

Il Giornale agli “amici ebrei”: Berlusconi? Gli insulti sono altri

ROMA – Il Giornale di Alessandro Sallusti scrive in prima pagina poche righe non firmate indirizzate “agli amici ebrei”. Il quotidiano di Paolo Berlusconi invita gli ebrei a non offendersi se Silvio Berlusconi ha detto che lui e i suoi figli sono “come gli ebrei sotto Hitler”,

“Cari amici della comunità ebraica, comprendiamo la vostra sensibilità. Però dire di sentirsi come gli ebrei durante il nazismo non è un’offesa. Qualche esempio fa capire meglio: diciamo tutti «è una Caporetto» per parlare della sconfitta della Juve o del Milan, ma non vogliamo certo paragonare la disfatta dei calciatori alla morte dei soldati italiani in quella battaglia. Oppure diciamo «mi mettono in croce» per stigmatizzare chi ci tedia, ma non pensiamo di essere Cristo. Siamo pieni di paragoni paradossali: gli insulti sono altri”.

Nella stessa edizione Paolo Guzzanti, con un commento a pagina 4, scrive che il paragone di Berlusconi non solo non è offensivo ma è meno temerario di quello che sembra perché figlio di un clima d’odio che “la sinistra” ha instaurato contro i suoi avversari da quando Bettino Craxi ha vinto il congresso del Psi, nel 1976.

“Il paragone che l’ex presidente del Consiglio riferisce è quel sentimento di messa al bando che precede l’espulsione e la distruzione. Credo che tutti farebbero bene a riflettere sull’elemento inoppugnabile di questo paragone apparentemente temerario: quello della guerra civile mentale degli ultimi decenni che fa seguito all’altra guerra civile dei tempi acuminati della guerra fredda […] La guerra civile mentale è scoppiata il giorno stesso in cui Bettino Craxi conquistò la segreteria del Partito socialista nel 1976 portandolo su posizioni anticomuniste […] Questo “arianesimo del bene” (solo noi siamo buoni e intelligenti, gli altri sono escrementi) costituisce la ragione profonda per cui un’intera generazione di giovani di sinistra oggi prova il voltastomaco (il famoso «malpancismo») di fronte al governo delle larghe intese, ma non per motivi economici e politici, ma più simili a quelli razziali: al loro è stato insegnato che Berlusconi e i berlusconiani sono creature del male, esseri immondi, idealmente con naso adunco, gente che suscita ribrezzo, più che opposizione politica in chi, simbolicamente, si sente biondo e con gli occhi azzurri”.

Non è sulla stessa linea l’altro giornale di centrodestra, Libero, che con un articolo di Franco Bechis rimprovera Berlusconi: “Caro Cavaliere, lasci perdere l’Olocausto”.