Inter e Milan, rifondazione e progetto riscatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Luglio 2014 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Inter e Milan, rifondazione e progetto riscatto

Inter e Milan, rifondazione e progetto riscatto (Gazzetta)

MILANO  – La città di Milano vuole tornare la ‘capitale del calcio’. Non sarà facile ma Inter e Milan stanno progettando il loro riscatto. Ne parla la Gazzetta dello Sport in un articolo a firma di Andrea Schianchi.

“Milano non è più una città da bere. E forse neanche da sorseggiare. Finiti i tempi delle spese pazze. La crisi è una brutta bestia, e se mancano gli euro servono le idee. Né Inter né Milan parteciperanno alla prossima Champions League: non succedeva dalla stagione 2001-02 che una milanese non fosse nell’Europa dei grandi. Declino evidente, ma guai a farsi prendere dalla depressione: si può tornare in alto. Magari non subito, però nell’arco di un paio d’anni sì. L’importante è gettare le basi fin da adesso, a livello tecnico e finanziario. Proviamo allora a dare un’occhiata a come si presentano Inter e Milan: non indossano abiti di lusso, lo sappiamo, tuttavia qualcosa di buono può venir fuori dalle squadre di Mazzarri e di Inzaghi.
CHI E’ ARRIVATO

INTER I colpi pesanti sono quelli di M’Vila e Vidic. Il primo è un colosso di centrocampo, l’uomo che Mazzarri voleva per blindare il reparto e consentire ai laterali di spingere e appoggiare la manovra offensiva. Centimetri e muscoli al servizio della squadra. Vidic, invece, garantisce esperienza e qualità a tutto il settore difensivo. Uno che ha giocato per tanti anni (e come lo ha fatto!) con la maglia del Manchester United non ha bisogno di presentazioni. Può stare tranquillamente in una retroguardia a tre o in una retroguardia a quattro: sceglierà Mazzarri. Attorno a lui anche gli altri possono crescere.
MILAN Un portiere, un difensore, un attaccante: Agazzi, Alex e Menez. Per adesso questo è il carrello consegnato a Inzaghi. Detto che il settore da rinforzare era soprattutto quello difensivo, l’arrivo di Alex è una sicurezza. Bravo nel gioco aereo e nell’anticipo, il brasiliano (acquistato a parametro zero) può dare quella tranquillità che nelle ultime stagioni è mancata. Agazzi, accanto ad Abbiati, avrà la possibilità di migliorare: i numeri ci sono, va valutato l’impatto con una grande squadra e un grande pubblico. Menez è la ciliegina per l’attacco: tecnica sopraffina, dribbling nel sangue, buona visione della porta.
CHI SERVE ORA

INTER C’è bisogno di aumentare il tasso tecnico, soprattutto sulle fasce laterali. Nel gioco di Mazzarri gli esterni spendono tantissime energie, vanno su e giù per il campo e poi devono proporsi per i cross: un lavoro massacrante. E’ necessario, in questi ruoli, avere dei ricambi all’altezza dei titolari: è impensabile che uno possa correre come un dannato per una stagione intera. E poi, nella zona calda, cioè tra centrocampo e attacco, ci vorrebbe un elemento in grado di saltare l’avversario e fornire l’ultimo passaggio. Un tipo alla Jovetic, per intenderci.
MILAN Il reparto che ha maggior bisogno di intervento sembra il centrocampo. Inzaghi non avrà subito a disposizione Montolivo e un uomo con quelle caratteristiche nella rosa non c’è. Per far arrivare il pallone agli attaccanti, che saranno tre, si deve concepire una manovra ragionata: un regista è d’obbligo. Al momento, invece, molti muscoli e poca qualità. Le ultime fortune del Milan, non dimentichiamolo mai, sono legate alle geometrie di Pirlo e al lavoro di gente come Seedorf, Gattuso e Ambrosini. Campioni così, però, non se ne vedono in giro.
CAMBI TATTICI E ALLENATORE

INTER Dici Mazzarri e pensi al 3-5-2. Il tecnico e il modulo vanno a braccetto da sempre. Pare che quest’anno ci possano essere delle novità, ma non ne saremmo così certi. Diciamo che Mazzarri, in ritiro, sta provando anche la difesa a quattro, tuttavia non è la sua idea tattica di riferimento. Alla fine l’Inter, come atteggiamento, sarà quella dell’anno scorso: attesa e contropiede. Oppure: pressing alto e ripartenza veloce. L’eventuale bellezza delle trame dipenderà da Kovacic e Hernanes, in costruzione, e da Palacio e Icardi in sede di finalizzazione.
MILAN Inzaghi è partito con il 4-3-3. Il modulo lo «mastica» bene, è da verificare se i giocatori siano adatti al disegno tattico. L’impressione è che la difesa sia ancora piuttosto fragile, soprattutto sugli esterni. A centrocampo, inoltre, manca l’uomo in grado di garantire il salto di qualità. Nel 4-3-3 almeno una delle mezzali è deputata a inserirsi: a chi toccherà questo ruolo? Poli sembra abbia il profilo giusto. Molto si punta, e a ragione, sul riscatto di El Shaarawy: gli infortuni, pur dolorosi, non possono averne intaccato il talento.
CONDIZIONE PSICOLOGICA

INTER Superato il trauma del passaggio di consegne tra Moratti e Thohir, questa dev’essere la stagione del rilancio. L’Inter torna in Europa e anche questo è un aspetto da non trascurare: le competizioni internazionali, se affrontate con il giusto piglio, possono dare quell’entusiasmo e quella spinta necessari a costruire un’annata importante. I tifosi, da tempo, non si fidano più: prima vogliono vedere i risultati, poi scioglieranno le loro riserve. Non ci saranno Zanetti, Cambiasso e Milito: come reagirà lo spogliatoio a tanti addii? Bisognerà subito individuare un uomo (Ranocchia?) attorno al quale il gruppo dovrà compattarsi.
MILAN Fuori dall’Europa e scosso da mille polemiche, il Diavolo riparte aggrappandosi al passato: Filippo Inzaghi. E’ lui a richiamare i riflettori, è lui a suscitare entusiasmo. Con tutti i rischi che ciò comporta, perché Pippo è alla sua prima esperienza su una panchina di Serie A e non si sa come potrà andare. Di sicuro i tifosi hanno approvato il suo ingaggio e sono pronti a seguirlo in un percorso che, inevitabilmente, avrà momenti delicati. Si deve ricostruire tutto. E se da un lato ciò costituisce un motivo di depressione, dall’altra è uno stimolo importante su cui far leva per ripartire alla grande”.