Legge Severino, l’avvocato Piacentino: “Un giorno di carcere e si è sospesi”

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2013 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Paola Severino

Paola Severino

ROMA – La legge Severino sull’incandidabilità non riguarda solo Berlusconi. Ma anche molti consiglieri degli enti locali coinvolti in altrettanti processi, spesso per peculato. Ne parla Ottavia Giustetti su Repubblica, ecco la sua intervista all’avvocato Roberto Piacentino:

Avvocato Roberto Piacentino, chi coinvolge la nuova norma in vigore con la legge Severino?

«La legge 235 del 2012 coinvolge i consiglieri, il presidente della giunta, gli assessori e gli ammini-stratori delle aziende sanitarie locali ».

Quali sono i reati che vengono individuati tra quelli interessati dal provvedimento?

«I reati sono diversi ma in particolare le novità riguardano i reati gravi contro la pubblica amministrazione come il peculato. In questi casi sospensione e decadenza non sono subordinate a un livello di pena (come altri reati di minore rilevanza). Sarebbe sufficiente una immaginaria condanna a un solo giorno per incorrerenel provvedimento».

A proposito di peculato, ipotizziamo che a essere interessato sia un consigliere regionale di quelli coinvolti nell’inchiesta sui rimborsi fasulli. Può spiegarci che cosa gli si prospetta?

«Al momento, visto che siamo alla chiusura delle indagini, i consiglieri non devono temere nessuna ricaduta della legge sulla loro attività politica. Solo chi sarà rinviato a giudizio e poi processato dovrà temere un effetto collaterale del processo. E già prima della condanna definitiva».

Anche chi è colpevole in primo grado subisce conseguenze politiche?

«Alla condanna di primo grado, secondo la legge Severino, scatta, per decreto del presidente del Consiglio dei ministri, la sospensione dalla carica. Il provvedimento cessa dopo 18 mesi se non è pronunciata una conferma o cessa definitivamente in caso di assoluzione. Se l’appello conferma, invece, può prolungarsi per altri dodici mesi fino alla sentenza definitiva quando scatta la decadenza di diritto».

Si può scegliere un patteggiamento per evitare di incorrere nella sospensione?

«Il patteggiamento secondo la procedura penale equivale a una condanna a tutti gli effetti. Dunque anche coloro che hanno scelto il rito alternativo sono sospesi con la condanna e decadono dopo il giudizio di Cassazione che la conferma. E alle prossime elezioni chi si trova in quella situazione non è candidabile».