Mps, sondaggi elezioni 2013, Balotelli e Tav: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 31 Gennaio 2013 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA

Montepaschi, accuse più gravi. Il Corriere della Sera: “Ipotesi dei pubblici ministeri di Siena: al vertice del Monte dei Paschi c’era una associazione a delinquere che truccò i conti con un unico disegno criminale”. Il richiamo della foresta. Editoriale di Aldo Cazzullo:

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“Se questa campagna elettorale fosse un film o un romanzo, il titolo non potrebbe che essere «Il richiamo della foresta». Anziché rivolgersi nel complesso a un elettorato mai così incerto, i leader preferiscono rinfocolare i propri sostenitori. Si spiegano così non soltanto la grottesca uscita di Berlusconi sul Duce, ma anche la composizione delle liste del Pd e la sua strategia di comunicazione: «silenziare» renziani e veltroniani, privarsi volentieri di riformisti come Pietro Ichino, puntare su ex leader della Cgil e pure su operaisti anni 70 come Mario Tronti. Quanto alla lista Monti, non è riuscita a scrollarsi di dosso l’immagine di «partito dei notabili»; tanto più che la «terremotata povera» vantata dal presidente del Consiglio era in realtà la moglie di un funzionario del Senato. Se poi si considerano le leghe Nord e Sud, che per definizione presidiano il proprio territorio, la sindrome del «richiamo della foresta» appare ormai conclamata”.

La nuova schedatura contro i finti poveri. Articolo di Enrico Marro:

“Dopo il nuovo redditometro per stanare gli evasori arriva la riforma del riccometro per dare la caccia ai finti poveri. Il governo ha infatti deciso di andare avanti, nonostante l’opposizione della Lombardia che la scorsa settimana aveva bocciato in sede di Conferenza Stato-Regioni il decreto della presidenza del Consiglio di revisione dell’Isee, indicatore della situazione economica equivalente, meglio noto come riccometro, che serve a ottenere una serie di prestazioni sociali, dagli asili nido alle case popolari. 
Su un altro fronte, quello previdenziale, il governo ha intanto risolto il problema di coloro che, con 15 anni di contributi versati prima della riforma Amato del ’92, rischiavano di perdere il diritto alla pensione di vecchiaia a causa della riforma Fornero che ha aumentato il requisito a 20 anni”.

I sondaggisti e l’effetto Balotelli al Milan “Alle urne può valere da uno a due punti”. Scrive M.Antonietta Calabrò:

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“Diavolo di un Berlusconi. Proprio il giorno delle elezioni politiche, il 24 febbraio, a San Siro si gioca il Derby Milan-Inter, e, zac, scenderà in campo il nuovo astro rossonero, Super Mario Balotelli. 
Dopo l’effetto Mps, si dice che il «Bad boy» valga un punto in più per il Pdl nei sondaggi. Altri si spingono addirittura ad indicare il 2 per cento (di cui quasi centomila voti in più in Lombardia che è la regione decisiva per attribuire il premio di maggioranza nei seggi al Senato). Naturalmente, su queste previsioni nessuno è disposto a metterci nome e cognome e quindi più che di previsioni si tratta di rumours. Ma come si sa, in borsa , come nella vita, «si acquista» sul rumours e «si vende» sulla notizia certa”.

Verso il voto. Gli scenari. Partite Iva, 8 Milioni di Silenziati che la Politica fatica a capire. Le vie del consenso. Il dossier di Dario Di Vico:

“C’è stato un tempo in Italia in cui le partite Iva erano, almeno elettoralmente, coccolate. Rappresentavano, come sintetizza il parlamentare Giuliano Cazzola, «il nuovo che avanza», erano riconosciute come portatrici di un nuovo modo di lavorare, di una rivoluzione terziaria che rivalutava la competenza a scapito della gerarchia. Su questo format, che da una parte registrava gli slittamenti dell’economia e della società e dall’altra li timbrava politicamente, sono cresciute le fortune del forza-leghismo. Da allora molte cose sono cambiate e alla vigilia del voto del 24 febbraio le partite Iva”.

La prima pagina de La Repubblica: “Mps, giudici pronti ai sequestri”

Mps, ora l’accusa è di associazione a delinquere. La Stampa: “Nel mirino Mussari e gli altri manager. Fassina: cambiare la legge Ciampi”.

Non vale fare demagogia sui controlli. Editoriale di Stefano Lepri:

“Ma chi ha imposto di cambiare tutto il management del Monte dei Paschi, facendo una pulizia radicale, se non la Banca d’Italia? Eppure, a norma delle leggi italiane, non ne aveva nemmeno il potere. Da anni il Fondo monetario internazionale ci raccomanda di dare al nostro organismo di vigilanza sul credito la facoltà legale di rimuovere i banchieri che commettono irregolarità. Nessun governo si era curato di provvedere. Proprio perché la finanza è complicata si presta bene alla demagogia degli incompetenti che strillano forte; e additare falsi colpevoli è da sempre il miglior trucco per mettere al riparo i responsabili veri. Se sappiamo oggi del malaffare dentro l’antica banca senese, è perché il 15 novembre 2011 il direttorio della Banca d’Italia ne convocò i dirigenti a Roma e gli disse fermamente che in quel modo non si poteva andare avanti”.

A Siena è associazione a delinquere. Articolo di Guido Ruotolo:

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“Associazione a delinquere. C’è anche questo reato – dopo la truffa, l’aggiotaggio, l’ostacolo agli organi di vigilanza e la turbativa – nell’inchiesta della procura di Siena sul Monte dei Paschi di Siena. Viene contestato all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, all’ex direttore generale Antonio Vigni, a Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area finanza, e al suo vice Alessandro Toccafondi. Ma nell’associazione sarebbero coinvolti anche altri funzionari e dirigenti dell’Area Finanza. Una vera e propria «metastasi» della banca senese, che il nuovo gruppo dirigente ha cercato di sanare rinnovando il suo management -150 nuove nomine -, e che è al centro della inchiesta dei pm Aldo Natalini, Antonino Mastasi e Giuseppe Grosso”.

Giallo in Siria, raid dei caccia israeliani. Articolo di Francesca Paci:

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“Netanyahu aveva promesso tolleranza zero sulla Siria e sebbene gli elettori non abbiano esattamente premiato le sue intenzioni bellicose sembra deciso a perseverare. Quando ieri s’è diffusa la notizia del raid israeliano contro un convoglio che trasportava armi dalla Siria al Libano, il governo del ridimensionato Bibi ha fatto quadrato: niente conferme né smentite ma la constatazione che, secondo fonti straniere, un «presunto» bombardamento israeliano avrebbe fatto centro in Siria”.

Tav, cantiere da mille operai. Scrive Maurizio Tropeano:

“Oggi si capirà come Kengo Kuma ha realizzato, almeno sulla carta, la sua idea della stazione internazionale di Susa come una «grande roccia visibile a 360 gradi». L’archistar giapponese, che ha vinto la gara internazionale per la progettazione, ha promesso che non sarà un oggetto «alieno» ma pensato per valorizzare «gli elementi del territorio e farlo diventare un altro elemento simbolo della valle insieme alla Sacra di San Michele e al Rocciamelone». A Roma, nella sede del ministero delle Infrastrutture, sarà infatti presentato il progetto definitivo della tratta internazionale della Torino-Lione approvato ieri dal consiglio d’amministrazione della Lyon Turin Ferroviarie (Ltf), la società italo-francese incaricata delle fasi preparatorie allo scavo del tunnel di base”.

Il Fatto Quotidiano: “Regalano La7 all’amico di B. (che si fa pure pagare)”. Falconi e avvoltoi. Editoriale di Marco Travaglio:

“Conosco Antonio Ingroia da 15 anni e non l’ho mai sentito paragonarsi a Falcone o a Borsellino. Semplicemente gli ho sentito ricordare due dati storici: nel 1988, neomagistrato, fu “uditore” di Falcone; poi nell’ 89 andò a lavorare alla Procura di Marsala guidata da Borsellino, di cui fu uno degli allievi prediletti. Nemmeno l’altro giorno Ingroia s’è paragonato a Falcone. S’è limitato a ricordare un altro fatto storico: appena Falcone si avvicinò alla politica (e di parecchio), andando a lavorare al ministero della Giustizia retto da Martelli nel governo Andreotti, fu bersagliato da feroci attacchi, anche da parte di colleghi, molto simili a quelli hanno investito l’Ingroia politico. Dunque non si comprende (se non con l’emozione di un lutto mai rimarginato per la scomparsa di una persona molto cara) l’uscita di Ilda Boccassini che intima addirittura a Ingroia di “vergognarsi” perché avrebbe “paragonato la sua piccola figura di magistrato a quella di Falcone” distante da lui “milioni di anni luce””

Il Giornale: “Bersani ci sbrana (e ci fa pagare la Nutella)”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Bersani lo aveva promesso: chi parla o scrive del Pd e del Montepaschi di Sie­na lo azzanniamo. Detto fatto. Ieri ha annunciato di averci querelato. Non conosciamo ancora i dettagli ma possiamo im­maginare. Ha paura, il segretario, di perdere le elezioni proprio sul più bello, come già capitò a un suo avo, Achille Occhetto. Quindi guai a riportare e amplificare, come abbiamo fatto in questi giorni, uno scandalo che il procuratore di Siena ha definito «esplosivo» e che coinvol­ge tutta la finanza di sinistra (i pm di Milano parlano della «banda del 5 per cento», riferen­dosi a presunte tangenti). La querela non mi spaventa, né intimorisce. Come noto ne ho viste di peggio. E oggi offro a Bersani nuovi spunti per nuove querele. Infat­ti pubblichiamo come i suoi consiglieri regio­nali lombardi (compreso il fedelissimo capo­gruppo Luca Gaffuri) spendevano i nostri sol­di: Nutella,gelati,ombrelli,cene e quant’altro. Che fa, segretario? Ri-denuncia me o butta fuo­ri loro dal partito? Oltre che da un ex segretario accusato di tangenti (Penati), da finanzieri e banchieri imbroglioni, Bersani è assediato an­che da decine di Belsito. Ma non si può dirlo, figuriamoci scriverlo. Meglio che la gente non sappia di che pasta è fatto il partito degli one­sti, dei puri e illibati. Caro segretario, se ne fac­cia una ragione: a voi di sinistra vi hanno becca­to con le mani nella Nutella, quella vera e, meta­foricamente parlando, quella assai più dolce dei quattro miliardi che potrebbero mancare nei conti del Montepaschi (e da noi ripianati con l’Imu). Questa volta, le assicuro segretario, non ho intenzione di ricadere nel reato di omesso con­trollo”.