Primarie Pd al tramonto. Antonio Polito, Corriere della Sera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Gennaio 2015 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Antonio Polito

L’articolo di Antonio Polito

ROMA – “Lo specchio delle primarie all’improvviso restituisce l’immagine, piena di rughe e anche un po’ ripugnante, della politica più vecchia e decrepita: quella dei capibastone, delle correnti, dei brogli e dei sospetti – scrive Antonio Polito del Corriere della Sera – Questo limite è stato varcato domenica in Liguria, dove la vincitrice Raffaella Paita, «quarantenne renziana che promette anni rock», come la descrivono le cronache del nuovismo, viene accusata dall’attempato, grigio e antirenziano Sergio Cofferati di aver vinto anche grazie a numerose irregolarità: roba da Procura a suo dire, contro le quali ha presentato ricorso”.

L’articolo di Antonio Polito: Come al solito, il sospetto si appunta sul voto «cammellato»: non perché troppo multietnico (sarebbe paradossale prendersela con i numerosi elettori cinesi per non aver votato il «cinese»; né di questi tempi si può criticare l’entusiasmo democratico di marocchini e rom, pure loro accorsi alle urne in numero abnorme); ma perché suscettibile di essere stato organizzato e fors’anche retribuito (…)
Ora la gatta da pelare è direttamente sul tavolo di Renzi: la commissione di garanzia dovrà decidere se annullare o confermare un risultato così contestato. Ma non è l’unica grana. Un’altra, potenzialmente più grossa, sta scoppiando in Campania. Dove, a dire il vero, detengono il copyright delle primarie finite in Procura. Quelle per scegliere il candidato sindaco di Napoli, nel 2011, furono annullate per brogli aprendo la strada al suicidio del Pd e al trionfo di de Magistris: su di esse è aperta un’inchiesta della Procura antimafia, così come per il voto nel salernitano in occasione della vittoria di Renzi nel 2013. Roma vorrebbe evitare ad ogni costo un nuovo armageddon in Campania, anche perché non si fida dei due maggiori concorrenti, Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, stagionati e discussi dirigenti in prima linea fin dai tempi del Pci, entrambi già candidati cinque anni fa (De Luca è anche in attesa di sentenza per peculato) (…)
Una cosa sembra ormai chiara: il sistema delle primarie locali è giunto al capolinea. Per una ragione giuridica e una politica. La prima è che nessuna consultazione può dirsi democratica se prima di iniziare non c’è un elenco di chi ha diritto al voto (…)
La ragione politica è che lì dove il partito è spaccato in correnti e gruppi di potere le primarie rischiano addirittura di peggiorare le cose, offrendo l’occasione per una lotta nel fango senza esclusione di colpi. Comprare gli elettori non è infatti meglio che comprare le tessere.