Rubati gli arredi della moschea di Tor Pignattara. Adelaide Pierucci, Messaggero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Settembre 2014 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA
(foto d'archivio)

(foto d’archivio)

ROMA – “Non c’è pace per la nuova moschea di Tor Pignattara – scrive Adelaide Pierucci del Messaggero – Dopo l’ordine di sequestro della magistratura per violazioni urbanistiche sono arrivati i ladri a cancellare agli ottomila bengalesi musulmani del quartiere il sogno di avere un luogo di culto”.

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Spariti i tappeti, il sistema audio, i ventilatori, il pc, i libri. In piena notte e violati i sigilli, la moschea, inaugurata dopo l’ultimo Ramadan e chiusa due mesi dopo, è tornata vuota, come all’origine: un anonimo garage vuoto di via Lodovico Pavani, nel cuore della Marranella. Alì Ambar, promotore del centro e portavoce di “Torpignattara Jame Masjd”, ha presentato denuncia ai carabinieri nella speranza di riavere gli arredi. «Per dieci anni ho coltivato il progetto di dare una moschea al nostro quartiere» spiega «Ci siamo tassati per comprare quei locali, e ora sembra andare tutto in fumo». Oggi, intanto, per i promotori della moschea sarà un altro giorno nero. Dovranno riconsegnare le chiavi dell’ex sala consiliare del Municipio concessa per pregare. Ieri è scaduta l’autorizzazione. L’ipotesi di rinnovarla trova già il fermo no dell’ex sindaco Alemanno che annuncia battaglia. Il problema si è aperto a fine luglio quando gli agenti della Polizia Roma Capitale hanno invitato i fedeli ad uscire dal locale, duecento metri quadrati ancora col pavimento in cemento, ed hanno messo i sigilli contestando il reato, ora al vaglio del pm Simona Marrazza, di cambio di destinazione di uso dei locali, da autorimessa in luogo di culto. LA REVOCA Ambar, però, era riuscito a spuntare subito una soluzione alternativa: aveva chiesto ed ottenuto la disponibilità temporanea della sala consiliare del V municipio. E il presidente Giammarco Palmieri l’aveva concessa, ma per trenta giorni. Così i bengalesi di Tor Pignattara avevano avuto un’alternativa. Ora scaduta. L’avvocato Gianluca De Fazio che si sta occupando del caso per conto della comunità bengalese nel frattempo ha presentato l’istanza a Piazzale Clodio di dissequestro del garage-moschea. A giorni l’udienza davanti al Riesame.