Russia sospesa dal G8, Renzi, Marine Le Pen: prime pagine e rassegna stampa
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera: “Russia punita, sospeso il G8”. Un partito in trappola. Editoriale di Luciano Fontana:
Silvio Berlusconi ha ormai pochi giorni per pronunciare qualche parola chiara sul destino del suo movimento. Per far conoscere agli italiani — quelli ancora disposti a votarlo, e sono molti — se dopo il 10 aprile, giorno in cui si deciderà la sua sorte giudiziaria, esisterà ancora un centrodestra con un leader e una proposta politica per il Paese. I segnali non sono positivi. La battaglia politica per il potere nel movimento si mescola alla dynasty familiare. Non si conoscono le idee per affrontare la sfida con Renzi e il Pd nelle elezioni europee. C’è solo una manifesta ostilità alle politiche rigoriste di Bruxelles, sulla scia dei movimenti populisti: una confusione pericolosa per un partito che fa parte dei Popolari europei, quasi un tentativo di rivalsa nei confronti di un’Europa che ha contribuito all’estromissione di Berlusconi. Tutto il resto è un conflitto che si concentra esclusivamente sui capilista delle elezioni di maggio. Come se la posta in gioco fosse chi vincerà tra la fidanzata di Arcore e i discussi boss politici Denis Verdini e Raffaele Fitto.
C’è un grave errore politico all’origine della deriva in cui è precipitato uno schieramento che dovrebbe (e può) rappresentare il mondo liberale e conservatore. Quello compiuto da Berlusconi quando non ha voluto o saputo distinguere i suoi problemi giudiziari dal destino politico del partito. Quando ha deciso di rompere la maggioranza che sosteneva Enrico Letta, nei giorni del voto sulla decadenza da senatore prevista dalla legge Severino per i condannati in via definitiva.
C’è chi giura di aver visto una colonna di blindati russi non più tardi di dieci giorni fa a Yasinovataya, 40 minuti di macchina da Donetsk. Qualcun altro, invece, è sicuro che l’Armata di Putin sia rintanata in casa, ad Aleksandrovka, 100 chilometri dal confine orientale dell’Ucraina sulla strada che porta a Rostov sul Don.
Ombre russe e qualche evidente miraggio nei discorsi degli attivisti pro Maidan qui nella città del carbone e dell’acciaio, dell’industria e del football: la nuova linea di resistenza politica e psicologica dopo la perdita della Crimea. Chiaramente non risulta alcuna scorribanda di tank russi (un miraggio appunto), mentre è un dato di fatto che le truppe del Cremlino stiano manovrando ormai da settimane lungo il corridoio di frontiera.
In realtà sta diventando giorno dopo giorno più difficile filtrare e leggere gli avvenimenti al netto di una doppia propaganda. Quella di Mosca e, potrà dispiacere ma è così, quella di Kiev. Certo occorre distinguere. La messa in scena delle autorità russe è addirittura surreale. Le popolazioni di etnia russa o russofona sarebbero intimorite, minacciate da «provocatori» mandati dagli «impostori di Kiev», perché questo è il messaggio goffamente falso diffuso dal Cremlino.
Le parole accorate e dure che Silvio Berlusconi rivolge al proprio partito non sono quelle di un capo indiscusso ma di un leader che teme l’autodistruzione di Forza Italia. La sua assenza forzata dalle liste per le Europee dovuta all’interdizione per due anni dai pubblici uffici sta moltiplicando le spinte centrifughe. E mostra un conflitto interno per le candidature e il controllo del movimento, che lui stesso ormai non sembra più in grado di controllare. Ufficialmente, ad acuire i contrasti è stata la voce di una candidatura «di famiglia». In realtà, i veti sulla presenza di un o una Berlusconi, intesi come figli, rimandano allo scontro tra «la corte» di palazzo Grazioli e le vecchia guardia di FI.
Fotografano la deriva di una forza politica che di colpo si ritrova senza la guida del fondatore, messo fuori gioco dalle condanne processuali; senza un ricambio di classe dirigente; e con l’ombra di una sconfitta alle Europee, che inasprisce la guerra tra le «tribù» berlusconiane spaventate dalla prospettiva di un centrodestra in pezzi. Le parole contenute nel messaggio di ieri al partito sono indirizzate alla nomenklatura e all’elettorato. A quest’ultimo Berlusconi cerca di dare rassicurazioni sulla capacità di continuare a «rappresentare al meglio i moderati». Alla prima, invece, l’ex premier chiede di mettere da parte «interessi personali, ambizioni personali e la difesa di rendite di posizione»: critiche pesanti, dunque.
La prima pagina de La Repubblica: “Obama: Russia fuori dal G8”.
La Stampa: “Il voto francese allarma l’Italia”.
“L’aereo è precipitato nell’Oceano”. Scrive Ilaria Maria Sala:
Sedici giorni dopo la misteriosa scomparsa è arrivata la conferma di quanto tutti temevano: l’aereo Malaysia Airlines MH370 ha finito la sua corsa nel sud dell’Oceano Indiano e non ci sono superstiti tra le 239 persone a bordo.
Lo ha annunciato in una conferenza stampa il premier malese Najib Razak, sulla base di nuovi calcoli derivati dai dati satellitari, mentre non è ancora confermato se gli oggetti individuati nelle aree dove si concentra la ricerca siano collegati al Boeing 777.
Così, con un commosso comunicato, svaniscono le ultime speranze dei parenti dei passeggeri. L’aereo scomparso l’8 marzo, è precipitato in mare.
Il Fatto Quotidiano: “Rivolta contro l’euro”.
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