Virginia Raffaele a Boschi e Boldrini: “Satira neutra”. E quote rosa: “male””

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2014 - 10:52 OLTRE 6 MESI FA
Virginia Raffaele a Boschi e Boldrini: "Satira neutra". E quote rosa: "male""

Virginia Raffaele imita la Boschi

ROMA – Virginia Raffaele non fa birignao: le quote rosa sono un male, punto e delle critiche di Laura Boldrini e Maria Elena Boschi se ne fa un baffo.

Silvia Fumarola, che ha intervistato Virginia Raffaele per Repubblica, l’ha definita un “mix di talento e di ironia”. A Silvia Fumarola, Virginia Raffaele ha detto:

“Per me la satira è neutra, non ha sesso. Mi colpisce un particolare e lavoro su quello, m’incuriosisce per prima cosa la persona. Poi è chiaro, per la proprietà transitiva, se è un ministro del nuovo governo, vai a colpire anche la politica”

Maria Elena Boschi, spiega Virginia Raffaele,

“ha attirato subito la [sua] attenzione: è bella, giovane, in gamba. Ma nello sketch anche il giornalista ammaliato che ci casca con tutte le scarpe, fa ridere. È satira bisex… Quanti ne conosciamo di uomini così?”.

Tanti. Però è stata accusata di fare “satira sessista”.

“Mi spiega che vuol dire sessismo in questo caso? Le donne sanno essere ironiche e autoironiche. Il ministro Boschi ha uno sguardo bellissimo, mi è venuto naturale interpretarla. Se hai spirito di osservazione pure in fila alle Poste trovi personaggi interessanti, pensi al talento di Verdone”.

Sulle figure femminili l’attenzione è più alta.

“Dai tempi dei tempi noi donne usiamo l’arma della seduzione, anche quando compriamo le sigarette sorridiamo al tabaccaio. C’è qualcosa di male? No. La satira prende di punta il potere, ma la mia era innocente: in più ho scelto la colonna sonora del film “Un uomo e una donna”, il massimo del romanticismo”.

Si aspettava le critiche?

“Facendo questo lavoro le metti in conto, ma non offendo nessuno e sono a posto con me stessa”.

Da Renata Polverini a Nicole Minetti, da Micaela Biancofiore a Francesca Pascale: chi si è arrabbiata?

“La Santanché e la Biancofiore se la sono presa per la parodia della Pascale, avevano detto che era razzista, lei invece si è divertita. Alla fine se un comico prende di punta un personaggio pubblico finisce per renderlo simpatico. Ma la Minetti era una politica? Mah. Era un’igienista politica dentale”.

La satira dev’essere libera?

“Dovrebbe essere più libera possibile, ovunque fanno a fette i politici – pensi alla sit com francese sul candidato ideale – pensi in America, dove trionfa il “politicamente scorretto””.

La Littizzetto tira spesso in ballo i Walter e le Jolande, è comicità sessista?

“Ma no, è comicità: forse bisogna ripensare a cosa significhi ironia, autoironia, satira. Si fa comicità quando una donna, un uomo, un cane che t’ispirano. Allora la satira su Dudù? Gli animalisti si dovrebbero risentire”.

Si sono risentiti, hanno detto che è stressato.

“Mi prende in giro?”.

No, è vero. È per le quote rosa?

“Qualcuno dice che siano un male necessario, per me sono un male. Al comando dovrebbero esserci persone che se lo meritano. Imporre qualcuno – vale per tutti campi – è una cosa che non mi piace”.