Avere la pressione alta a 50 anni potrebbe aumentare il rischio di demenza

redazione salute
Pubblicato il 14 Aprile 2024 - 16:00
pressione alta

Misurazione di pressione, foto ANSA

L’ipertensione, comunemente nota come pressione alta, è da tempo associata a una serie di gravi rischi per la salute. Tuttavia, nuovi studi stanno suggeriscono un legame preoccupante tra questa condizione e la demenza. In particolare, sembra che soffrire di pressione alta a 50 anni può aumentare significativamente il rischio di sviluppare demenza in età avanzata.

Secondo le ultime statistiche, ci sono circa 1,28 miliardi di adulti nel mondo che vivono con ipertensione. Questo numero impressionante sottolinea l’entità del problema e l’importanza di affrontare la questione con urgenza. Studi recenti indicano anche un aumento dei tassi di ipertensione nei giovani adulti, aggiungendo una nuova dimensione di preoccupazione a questa già diffusa condizione.

Le persone con pressione alta corrono un rischio maggiore di diverse condizioni croniche, inclusa la demenza. L’alta pressione sanguigna può compromettere la salute cerebrale nel lungo periodo, aumentando la vulnerabilità a disturbi cognitivi come la demenza. Questa connessione è stata ulteriormente confermata da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Hypertension Research, che ha scoperto un aumento del rischio di demenza nella popolazione intorno ai 50 anni affetta da ipertensione.

Pressione alta e demenza, lo studio

Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.279 persone argentine con pressione alta di età compresa tra 21 e 95 anni. Utilizzando il punteggio CAIDE, che tiene conto di fattori come pressione sanguigna, livelli di colesterolo, obesità, attività fisica, età e livello di istruzione, gli scienziati hanno valutato il rischio di demenza per ciascun partecipante. I risultati hanno rivelato un rischio significativamente aumentato di demenza nella fascia di età compresa tra i 47 e i 53 anni, sottolineando l’importanza di affrontare l’ipertensione durante questa età.

Il dottor Augusto Vicario, cardiologo e capo dell’Unità Cuore e Cervello presso l’Istituto Cardiovascolare di Buenos Aires, ha evidenziato l’importanza di una valutazione completa della salute cerebrale nei pazienti ipertesi. Propone un approccio integrato che includa test neuropsicologici e una maggiore attenzione alla rilevazione precoce dell’ipertensione e al suo controllo.

Il dottor José Morales, neurologo presso il Pacific Neuroscience Institute di Santa Monica, California, sottolinea l’importanza di sensibilizzare pazienti e medici sull’urgente necessità di affrontare l’ipertensione come fattore di rischio per la demenza. Motivare una maggiore consapevolezza e un impegno attivo nel controllo della pressione sanguigna può essere cruciale nel ridurre l’impatto devastante della demenza sulla salute pubblica.