Quando la spezia è “avvelenata”: “Pepe e curry con salmonella” è l’allarme Usa

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 1 Settembre 2013 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Quando la spezia è "avvelenata": "Pepe e curry con salmonella" è l'allarme Usa

Quando la spezia è “avvelenata”: “Pepe e curry con salmonella” è l’allarme Usa

ROMA  – Una minaccia per la salute arriva dalle insospettabili spezie “avvelenate”. Le spezie che aggiungiamo tranquillamente alle nostre pietanze e che, raramente, ricorderemo di aver usato se un medico ci chiedesse “cosa avete mangiato oggi?”. Eppure a lanciare l’allarme per l‘aumento di contaminazione da salmonella delle spezie provenienti da India e Messico è la Food and Drug Administration, Fda, scrive Gardiner Harris sul New York Times.

Non proprio un “veleno”, piuttosto una contaminazione con il rischio di un pericoloso contagio per l’uomo. La Fda ha scoperto che il 7% di 20mila spedizioni esaminate e importate dall‘India sono contaminate da ceppi di salmonella, alcuni anche molto difficile da debellare e che possono dar luogo a epidemie pericolose.

Tra le spezie esaminate dalla Fda bel il 15% del coriandolo e il 13% di basilico e origano erano contaminati. Alti livelli di contaminazione erano evidenti anche per i semi di sesamo, il curry e il cumino, mentre il pepe nero presentava una contaminazione del 4%. E anche le spezie importate dal Messico presentano alti livelli di contaminazione.

Il rischio di contagio e il pericolo per l’uomo diventa alto negli Stati Uniti, dove ogni anno si ammalano di salmonellosi circa 1,2 milioni di persone, di cui 23mila sono costretti al ricovero in ospedale e 450 muoiono. L’infezione da salmonella colpisce infatti l’intestino, causando crampi, diarrea e febbre, ma può diffondersi in alcuni casi ad organi vitali e comprometterli, specialmente in soggetti a rischio come bambini e anziani, portando così la morte.

Michael Taylor, commissario della Fda, ha spiegato: “La salmonella è un problema molto diffuso anche in relazione alla quantità di importazione di spezie. Per questo abbiamo deciso che le spezie sono al momento una delle questioni più importanti da tenere sotto controllo”.

Se il Messico ha subito ribadito che le spezie prodotte ed esportate sono sicure e sottoposte a verifiche e controlli, l’allarme lanciato dalla  Fda americana colpisce in maniera ancora più violenta l’India, che è il più grande produttore, consumatore ed esportatore di spezie nel mondo. A. Jayathilak, direttore dello Spice Board of India, ha commentato: “Il mondo vuole spezie che siano sicure e noi facciamo tutto il possibile per rassicurarlo”.

Ma quando a contagiare l’uomo è una spezia, magari il pepe di cui gli Stati Uniti dai dati di import sembrano essere “ghiotti” rispetto agli europei, dove dal 2009 i casi di salmonellosi e le epidemie sono diminuiti costantemente, una semplice rassicurazione delle istituzioni indiane non basta. Ora la Fda tiene l’import di spezie sotto controllo e richiede migliori condizioni igieniche di produzione e più controlli agli esportatori.

D’altronde quando una spezia viene utilizzata spesso non viene cotta, con la conseguenza che batteri come la salmonella, che vengono uccisi dalle alte temperature, sopravvivano . Le spezie da alleato nella dieta, magari usate come condimento gustoso per un piatto comunque ipocalorico, possono lentamente contaminarci, quasi come un veleno. E riconoscere le insospettabili spezie come la causa del nostro malessere potrebbe essere molto difficile. D’altronde se un medico ci chiedesse: “Cosa avete mangiato oggi?”, la risposta sarebbe “carne”, ma qualcuno potrebbe dimenticare di avervi aggiunto la propria spezia preferita e “avvelenata”.