Francia, paraplegico torna a camminare grazie a esoscheletro guidato col pensiero

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2019 - 15:20| Aggiornato il 14 Ottobre 2019 OLTRE 6 MESI FA

Un esoscheletro (Foto archivio Ansa)

GRENOBLE – Una caduta da 15 metri d’altezza lo aveva ridotto su una sedia a rotelle, completamente paralizzato. A distanza di 4 anni, l’uomo è tornato a camminare e a muovere le braccia grazie ad un esoscheletro che può controllare col pensiero. Lo straordinario traguardo è stato messo a segno dai ricercatori dell’Université Grenoble Alpes, in Francia, che hanno pubblicato i risultati del progetto sulla rivista Lancet Neurology

Si tratta di un risultato ancora preliminare perché l’esoscheletro è sorretto a sua volta in alto, quindi l’uomo non è libero di andare dove vuole, ma una volta risolti i problemi di bilanciamento gli scienziati francesi sperano di poter liberare l’esoscheletro dal suo supporto superiore. 

Il lavoro è stato lungo: in primis il giovane è stato sottoposto a una serie di risonanze per mappare le aree del suo cervello che si attivano quando l’uomo immagina di camminare e muovere le braccia. Queste aree sono poi state tappezzate superficialmente da elettrodi che formano dei sensori necessari per convogliare i pensieri dell’uomo all’esoscheletro. Il paziente ha prima imparato a comandare il proprio avatar col pensiero; solo successivamente gli impulsi elettrici del suo cervello sono stati raccolti e usati per muovere l’esoscheletro.

“Mi sono sentito come il primo uomo sulla luna”, ha detto il paziente. “Non camminavo più da anni. Avevo dimenticato di essere più alto della maggior parte delle persone intorno a me. È stato davvero impressionante”. Il sistema funziona ancora dopo 27 mesi, il che è di per sé un gran successo perché significa che gli elettrodi che servono per raccogliere gli impulsi cerebrali del paziente continuano a funzionare bene a distanza di tempo. In precedenti esperimenti svolti da altri gruppi di ricerca gli elettrodi – impiantati troppo in profondità – smettevano di funzionare e potevano andare incontro a effetti avversi provocando infezioni, problema ovviato in questo studio in cui i sensori sono stati piazzati più superficialmente.

L’obiettivo è ora ripetere l’esperimento su altri pazienti e perfezionare l’esoscheletro, concludono gli esperti francesi. 

Fonte: Lancet Neurology, Ansa