Sesto San Giovanni: quando il muro “anti-rom” lo fa la sinistra

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 16:01 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Oldrini

Un muro anti-rom per impedire ai nomadi di accamparsi abusivamente in un’area vicina alla stazione di Sesto San Giovanni. Ma chi pensa che questa sia l’ennesima trovata di un’amministrazione leghista, sbaglia di grosso: l’idea è del sindaco Pd Giorgio Oldrini. Di più: progetto approvato anche con i voti dei consiglieri di Rifondazione Comunista.

Ieri, lunedì 7 giugno, puntuali alle 8,30 le ruspe hanno iniziato i lavori che dovrebbero durare 90 giorni. C’è stata anche qualche tensione per allontanare alcuni nomadi che non volevano lasciare il campo abusivo. Il muro, lungo 400 metri e alto 3, circonderà un’area prossima alla stazione ferroviaria, finora occupata abusivamente. Fino a ieri era delimitata da una cancellata: protezione insufficiente, perché i rom vi accedevano passando dai binari, una situazione insostenibile, visto che recentemente due bambini sono morti schiacciati da un treno in arrivo.

Ma a colpire è che il muro “anti-rom” sia stato innalzato da un’amministrazione di sinistra, in una cittadina operaia che fino a qualche decennio fa era chiamata la Stalingrado d’Italia. Il Giornale, in un articolo firmato da Guido Mattioni, ripercorre analoghe iniziative volute dalla sinistra. E passate sotto silenzio, perché “se le fa la sinistra diventano chic”, mica roba da leghisti, insomma.

L’ultimo caso eclatante è il muro eretto a Padova. Per proteggere i cittadini dai pericolosi condomìni di via Anelli (zona popolare abitata in maggioranza da immigrati e nota come centro di spaccio), era stato eretto in città un muro metallico lungo 80 metri. Chi lo aveva voluto? Il sindaco Flavio Zanonato, Ds, oggi Pd.