Sempre meno suore in Italia: e 7 novizie su 10 sono straniere

Pubblicato il 12 Giugno 2012 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le suore italiane saranno sempre più una minoranza, delle nuove arrivate già oggi 7 su 10 sono straniere. Le statistiche confermano il calo delle vocazioni nazionali e la preoccupazione per un cambio radicale nella composizione del clero femminile. Le novizie giungono ai conventi, alle congregazioni, ai monasteri, con voli aerei provenienti dalle Filippine, dall’Asia in generale, dall’America Latina. I 550 istituti religiosi che servono 15 mila comunità sparse sul territorio nazionale contano 70 mila suore in servizio.

I dati sono un po’ ottimistici, dichiara Madre Viviana Ballarin, responsabile dell’Usmi. Sulla vocazione non si ragiona in termini freddamente numerici, lo Spirito Santo chiama “dove, come e quando vuole”. Nella situazione attuale, evidentemente, predilige chiamate fuori dei confini nazionali. Su 967 novizie, solo 228 sono nate in Italia. Si sta producendo un viaggio al contrario, con le suore, originarie delle terre di missione, che vengono in Italia. Le statistiche raccontano un calo delle vocazioni in Italia strutturale, un trend che segue la secolarizzazione contestuale della società. Il calo delle vocazioni, addebitabile in gran parte a quello italiano, restringe il numero di suore nel paese.

Per dire, nel 1988 le suore presenti in Italia erano circa 120 mila: nel 2001 quasi 82 mila, nel 2012, appunto, 70 mila. Una fotografia plastica del cambiamento intervenuto, più che dalla statistica, è offerto dai volti delle suore impegnate nei servizi di assistenza, negli ospedali, nei ricoveri, ovunque ci sia bisogno del loro aiuto. La “manodopera” è quasi tutta straniera. E spesso può essere rilevato un problema di affidabilità. Non sempre queste suore accettano i lavori più ingrati per magri stipendi. Vocazione o non vocazione, libero esercizio della propria fede o normale scelta di opportunità esistenziale, succede che qualcuna rifiuti, per esempio, “di fare le colf a due anziani sacerdoti a 800 euro al mese, da dividere in tre”, ricorda Anais Ginori su Repubblica. Con la complicazione che chi rinuncia diventa clandestina.