Atalanta e Denis spezzano la rincorsa Inter. Derby alla Lazio, Fiorentina vola

Pubblicato il 11 Novembre 2012 - 23:09 OLTRE 6 MESI FA
Esultanza dell’Atalanta dopo il gol 2-1 (Ansa)

ROMA – Andrea Stramaccioni si ferma a Bergamo. E con lui si ferma l’Inter che interrompe a 10 la sua serie di vittorie consecutive perdendo 3-2 sotto i colpi di un’Atalanta organizzata ed efficace. L’Inter in una sola partita, numeri alla mano, vanifica lo sforzo del capolavoro di Torino: erano 4 i punti dalla Juve prima dello scontro diretto, sono 4 oggi, dopo la sconfitta di Bergamo. Con due giornate di meno da giocare.

Sia chiaro, sul campo l’Atalanta ha meritato e persino sprecato. Ispirato Bonaventura, autore del primo gol, quello con cui i bergamaschi chiudono in vantaggio il primo tempo. Poi l’Inter sembra addrizzare la gara con Guarin in avvio di ripresa. Sembra, appunto. Perché da quel momento sale in cattedra Denis: un colpo di testa prima e un rigore poi, per portare i bergamaschi sul 3-1- A quel punto l’Inter si butta in avanti e con Palacio arriva il 3-2. E’ solo un’illusione perché l’Atalanta regge all’assedio finale nonostante l’espulsione di Facundo Parra. E alla fine esplode la festa dei nerazzurri. Quelli di Bergamo.

Il Napoli a Genoa si scrolla definitivamente di dosso le tossine delle ultime settimane e cala un poker in rimonta che gli consente di rimanere in scia della Juve. Per la squadra di Mazzarri la partita non si era messa bene: oltre alla fatica dell’Europa League il Napoli si trova sotto per due volte. Prima il gol di Immobile, pareggiato da Mesto, poi quello di Bertolacci pareggiato da Cavani. E proprio quando la fatica sembra potersi far sentire il Napoli piazza l’uno due decisivo che consegna il Genoa ad una profonda crisi pre-derby. Di Hamsik in tuffo e di Insigne i gol del 2-4 conclusivo.

Il Napoli, ora, può riprendere l’inseguimento. Quanto al Genoa, la sensazione è che per DelNeri tutto dipenda dal derby contro un’altra squadra in crisi profonda, la Sampdoria.

Dietro il Napoli a non perdere neppure un colpo è la Fiorentina di Vincenzo Montella che ora ha preso gusto anche con le vittorie in trasferta. Stavolta a essere sconfitto con un 1-3 eloquente è il Milan, consegnato ufficialmente dai viola ad una stagione di mediocrità.  I viola, alla quarta vittoria consecutiva, impressionano per la capacità di realizzare tre gol fuori casa nonostante l’assenza del loro uomo di riferimento in avanti, Jovetic. Quanto al Milan, basta guardare il tabellino: sull’1-2 nella ripresa, in campo c’erano cinque attaccanti: Boateng, Pazzini (autore dell’unico gol rossonero), El Sharaawy, Bojan e Robinho. Come spesso succede in questi casi non è arrivato il pari ma il centro di El Hamadoui che ha chiuso la partita. Montella e i suoi a un posto Champions ci credono. E ne hanno tutti i motivi.

Torna a credere al terzo posto anche la Lazio vittoriosa sotto il diluvio per 3-2 nel derby contro la Roma. La partita incorona mister Petkovic, capace di cambiare volto ai biancocelesti nel momento di difficoltà, mentre lascia la Roma alle prese con il solito problema della difesa colabrodo e con il caso De Rossi, scoppiato ancora di più dopo il folle pugno del centrocampista della Roma a Mauri che lascia i giallorossi in 10 per tutto il secondo tempo.

Altra piccola grana per Zeman arriva da Miralem Pjanic che dopo aver segnato il gol dell’inutile 3-2 ha esultato in modo provocatorio. Dal campo sembra evidente la protesta contro la panchina. Lo stesso giocatore, però, a fine gara racconta un’altra verità. Di circostanza? Resta il risultato: Lazio vincente e a +5 sulla Roma che continua ad essere troppo discontinua e fragile in difesa.

Non approfitta del passo falso della Roma il Parma, che in casa contro il Siena, non va oltre lo 0-0. La squadra di Donadoni, soprattutto nel secondo tempo, ha fatto la partita, sfiorando il gol con Biabiany e Sansone. Il fortino di Serse Cosmi, però, tiene. E alla fine al Parma, vista la classifica sorridente, il pari può andare bene. Il Siena, complice la penalizzazione, resta ultimo ma visto il passo delle dirette concorrenti la salvezza è e resta una missione possibile.

L’Udinese, invece, per due volte rimonta il Chievo e a Verona finisce 2-2. La notizia, per i friulani è che una volta tanto non segna Di Natale mentre arriva la doppietta di un difensore, Angella. Per il Chievo, invece, c’è rimpianto: due volte in vantaggio, la seconda al minuto 85 e con l’Udinese in inferiorità numerica per l’espulsione di Danilo sul rigore trasformato da Paloschi (per proteste fuori anche Guidolin) non bastano ai veronesi per fare i tre punti. La classifica dice 11 punti e quintultimo posto: non sono pochissimi ma non è neppure un punteggio rassicurante.

Chi tira una vera boccata d’ossigeno è il Torino, che trova finalmente la vittoria in casa superando 1-0 il Bologna. Per la squadra di Ventura decide un colpo di testa di D’Ambrosio su palla inattiva. Per il Bologna, invece, solo un paio di conclusioni di Diamanti e Gilardino. Dall’Emilia, però, fanno sapere che la panchina di Pioli è solida, mentre Ventura, con 14 punti, si gode un posto a metà classifica. Gli 8 punti del Bologna, penultimo posto che sarebbe ultimo senza il -6 del Siena, sono invece davvero pochi. Domenica alle 15 arriva il Palermo: sarà vero e proprio scontro salvezza. Forse decisivo per la panchina di Pioli.

Tra le panchine scricchiolanti c’è d’ufficio quella di Ciro Ferrara, anche oggi sconfitto, ed è la settima consecutiva, 2-0 a Palermo nell’anticipo di mezzogiorno.  I rosanero, invece, respirano grazie alla doppietta di Dybala che porta il Palermo a quota 11, per la prima volta fuori dalle squadre che, finisse il campionato oggi, finirebbero in B. Nonostante la discontinuità, insomma, Gasperini inizia a incassare qualche risultato.

Per Ferrara, invece, domenica pomeriggio è arrivata la conferma di Garrone. Domenica prossima c’è il derby della lanterna e la sensazione è che chi perde, tra Delneri e Ferrara, esce di scena. I numeri non sono con i due tecnici: Delneri ne ha perse 4 su 4 da quando siede sulla panchina del Genoa. Ferrara dopo un ottimo inizio, ne ha perse sette di fila. Quello di Genova sarà il derby della paura. Probabile che il livello tecnico della gara sia bassissimo. La tensione, invece, non mancherà.

Sabato sera, invece, è arrivata la grande risposta della Juventus dopo la sconfitta interna con l’Inter. Certo l’avversario era lo sparring partner ideale, un Pescara modestissimo che incassa 5 gol solo nel primo tempo prima di perdere complessivamente per 6-1. Sommati ai gol in Champions contro i danesi del Nordsjallend ne fanno 10 in due partite: non male come reazione. Soprattutto la Juventus sembra finalmente aver trovato il bomber in casa: non il ritornante Giovinco, non Bentdner, ma quel Fabio Quagliarella (6 gol in campionato), che in bianconero c’era già. Bastava farlo giocare.

Nell’altro anticipo di sabato pari senza reti tra Cagliari e Catania. Un risultato che, in fondo, va bene a tutte e due. Con 15 e 16 punti, infatti, di squadre dall’alto in basso, Catania e Cagliari ne vedono tante.