Balotelli: "Se dovessi andar via dal City sceglierei l'Italia"

Pubblicato il 10 Gennaio 2012 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In Inghilterra sta bene, anche se non ha ''amici veri'', ma se dovesse lasciare la Premier League ''sceglierei l'Italia''. Mario Balotelli ha appena ammesso di voler restare al City, dove spera pure di vincere parecchio agli ordini di Roberto Mancini, pero' il Belpaese è sempre nel suo cuore, nonostante le tante critiche alle sue bravate di cui oltremanica gli arriva più dell'eco: Super Mario ammette di aver fatto l'abitudine alle continue punzecchiature e lo confessa a L'Uomo Vogue, in edicola domani.

''Se mi capita di assistere a un'esultanza di Inzaghi, non posso fare a meno di pensare: ''Come mai a lui non domandano perchè gesticola come un matto?'', dice l'ex interista, che parla anche di quanto vengano ingigantite in Italia le sue vicende.

''Se compro una Fiat Uno, leggo che per un tipo come me era più adatta una Ferrari – dice nell'intervista – se scelgo la Ferrari, scrivete che avrei dovuto stare con i piedi per terra e comprare la Uno. Se rido, non sono serio; se non rido, sono un musone ricco che nemmeno si diverte a fare il mestiere più bello del mondo. Qui in Inghilterra la stampa scandalistica scrive di tutto, ed esagera sempre. La cosa che mi dà più fastidio è che in Italia le fesserie dei tabloid siano riprese e amplificate senza verifiche''.

Dice che di politica non parla perchè è un campo ''ostico'', però ricorda il doppio omicidio razzista a Firenze. ''Ho provato un grande dolore – dice Balotelli -. Fossi stato ancora in Italia avrei preso posizione pubblicamente. Avrei avuto voglia di dare una mano. Anche negli stadi, le tifoserie esasperate inneggiano al razzismo. Non mi pare un tema necessariamente legato al tifo: conosco supporter sfegatati, eppure correttissimi. In Italia, e ancora di piu' in Inghilterra. Il razzismo nasce dall'ignoranza più bassa; è sui bambini che bisogna agire, e soprattutto a scuola''.

Tra gli allenatori incontrati, di Mourinho dice ''tra i migliori''; quanto a feeling personale ''direi prima Mancini e poi Mourinho. Un allenatore deve tirare fuori il 100% da un giocatore e Mancini è molto bravo perchè lo sta facendo''. Quanto al futuro non esclude nulla: ''Ho 21 anni, e già da quasi due sono lontano da casa. Mi sono adattato abbastanza bene, nonostante differenze abissali. Ma non ho amici veri, qui. Se dovessi muovermi, ora come ora, sceglierei l'Italia''.