Lega Calcio: “Società non arretrano, sciopero boomerang”

Pubblicato il 3 Dicembre 2010 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

A meno di clamorosi sviluppi, lo ‘sciopero dei miliardari’ del calcio sembra dunque destinato ad andare in scena. Purtroppo o finalmente, secondo i punti di vista, l’11 e 12 dicembre il pallone non rotola e lascia gli italiani senza campionato di calcio di serie A. Chi si aspettava un passo indietro oggi da parte delle societa’, o magari anche solo un cambio di uomini al tavolo delle trattative, come segnale di una minore intransigenza, e’ rimasto infatti deluso.

A parte un piccolo ‘giallo’ sulle opinioni di Massimo Cellino – che arrivando stamattina aveva sostenuto che i giocatori ”non hanno tutti i torti”, facendo presumere che qualcosa nella compattezza del fronte aziendale avrebbe potuto incrinarsi – le societa’ hanno mantenuto ”unanimi” la loro fermezza: si tratti e si tratti su tutto, senza veti o preclusioni

”Noi vogliamo finalmente trattare e ci aspettiamo che il presidente Federale subito dopo la pronuncia dell’Alta Corte di Giustizia del Coni si attivi per una nuova, autorevole iniziativa per rimettere al tavolo le parti”, ha detto il presidente Maurizio Beretta nella conferenza stampa a fine giornata. Ma ha anche ostentato la certezza che lo sciopero, piu’ volte minacciato, se stavolta si fara’ sara’ un boomerang. Di certo in via Rosellini si ritiene che l’opinione pubblica non appoggera’ la scelta dei calciatori di privare gli italiani del giocattolo calcio, peraltro in un momento non certo lieto per tanti altri aspetti nel Paese. Le societa’ quindi non arretrano di un millimetro. ”Ci sono ancora i tempi per evitare un errore grave e un danno agli appassionati – ha auspicato Beretta – noi la nostra disponibilita’ l’abbiamo gia’ dimostrata e ci sono gli spazi per arrivare una trattativa e a un accordo”. ”Pero’ – ha concluso – adesso basta coi giochi, negoziamo sul merito perche’ ogni giorno e’ utile e tutto e’ suscettibile di soluzione e di accordo”. E, a proposito di merito, Beretta ha tenuto a precisare che non esiste ”il trasferimento coatto nella nostra proposta”. E allora come si dovrebbe chiamare quel famoso punto 8 considerato peraltro illegittimo anche da esperti giuslavoristi? ”Chiamiamolo buona fede nell’applicazione delle clausole contrattuali – risponde Beretta – un principio di carattere generale che, come tutto il resto, puo’ essere discusso”. E fa notare che ”nelle more” tra il vecchio accordo collettivo, scaduto il 30 giugno scorso, e quello ancora non nato, alcuni giocatori (in particolare gli juventini Chiellini e Motta, ndr) ”hanno gia’ firmato un tipo molto innovativo di contratto”. Quasi a voler rigettare nel campo avversario un tentativo di rompere il fronte.

Intanto Claudio Lotito, soddisfatto per la conferma della fiducia dell’assemblea, attacca Demetrio Albertini, ex bandiera Milan, ex consigliere Aic e adesso vicepresidente della Federcalcio. ”In questa vicenda – dice il presidente della Lazio – ci sono anche contraddizioni interne alle componenti, perche’ ci sono persone della Federazione che difendono l’Aic, come Albertini, uno che butta benzina sul fuoco. Non e’ comunque possibile che l’Aic voglia stabilire le scelte politiche del calcio, che spettano solo alle societa”’. A stretto giro di posta la replica di Albertini: “Mi sembra strano che il presidente Lotito non conosca le compatibilità e le incompatibilità dei vicepresidenti federali”. ”Nessuna contraddizione. Ripeto: otto punti richiesti dalla Lega, disponibilità su sei. Niente fumata bianca, ma certo tanto lavoro nell’intento di trovare un punto comune”, sottolinea.