Calciopoli: scontro sulla telefonata Bergamo-Facchetti. E l’Inter si tiene lo scudetto 2005-06

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA

Fu il designatore Paolo Bergamo a pronunciare il nome di Pierluigi Collina oppure l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti nella telefonata del 26 novembre 2004 in cui i due parlano di griglie arbitrali, prima di Inter-Juventus? Su questo punto si stanno dando battaglia le parti in causa, mentre da Napoli filtra la convinzione della procura che a fare il nome di Collina sia stato Bergamo.

Per la difesa dell’ex dg bianconero Luciano Moggi, l’intercettazione portata in aula a Napoli sarebbe la conferma della tesi ‘tutti parlavano con tutti’ e quindi nessuno è colpevole. Per chi respinge questo assunto, a cominciare dall’Inter, è solo il tentativo di mettere sullo stesso piano situazioni assai diverse, oltretutto coinvolgendo una persona che non può più difendersi (Facchetti è deceduto nel 2006).

Ai microfoni di Raisport, Bergamo ha ripetuto: “Fu Facchetti a fare il nome di Collina e non viceversa”. Ed è tornato anche sulla vicenda del ‘regalo’ di Moratti: “Non ricordo di essere mai andato nella sede a ritirare nessun regalo. Era Natale ed in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico dono per le feste. Insomma, anche nel valutare questi audio, ci vorrebbe un po’ di buon senso. Le cene con i dirigenti? Non mi sembra una cosa vergognosa. Era il mio ultimo anno da designatore e così, d’accordo con mia moglie, organizzai delle serate a casa con vecchi amici tra i quali Giraudo e Moggi. Moratti non venne mai, fu lui a invitarmi negli anni precedenti a Forte dei Marmi”.

Gli ha replicato, attraverso le ‘Iene’, Gianfelice Facchetti, figlio dello scomparso dirigente interista: “Il nome del signor Collina lo pronuncia per la prima volta nella telefonata Bergamo e non Giacinto Facchetti – ribadisce dopo aver riascoltato l’intercettazione – La telefonata è completamente diversa dalla trascrizione che è stata usata in aula ieri. C’è proprio una falsificazioni dei fatti che è una cosa assolutamente grave e inaccettabile”. Ammette che suo padre parlava con i designatori, ma “lo faceva diversamente (da Moggi) perché il contenuto delle telefonate era differente”.

E colpisce la risposta alla domanda se sarebbe il caso di restituire lo scudetto della stagione 2005-2006, tolto alla Juve ed assegnato all’Inter: “Sarebbe un gesto molto eclatante, ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia. Anche restituendo lo scudetto ci sarà chi rivorrà indietro i suoi, ma secondo me sarebbe una mossa vincente”. Proposta che però l’Inter boccia senza appello. Nessun commento ufficiale, ma dalla dirigenza nerazzurra filtra una scelta di coerenza affinché non passi, ora e in futuro, il pensiero che l’Inter adottava gli stessi comportamenti dei personaggi puniti dalla giustizia sportiva e imputati nel processo penale a Napoli.

Sul nuovo filone interviene anche Zdenek Zeman, il tecnico che con le sue accuse ‘ispirò’ l’indagine del pm di Torino, Raffaele Guariniello, sull’abuso di farmaci della Juventus. “Gli attuali imputati nel processo di Napoli erano i padroni del sistema Calciopoli – afferma l’allenatore – Gli altri hanno solo cercato di difendersi, ma lo hanno fatto nel modo sbagliato”.