Serie A, Roma nove vittorie su nove: Juventus e Napoli restano a meno cinque

di Andrea Pelagatti
Pubblicato il 27 Ottobre 2013 - 17:57 OLTRE 6 MESI FA
La Roma festeggia la nona vittoria consecutiva (LaPresse)

La Roma festeggia la nona vittoria consecutiva (LaPresse)

ROMA – La Roma non si ferma più: nona vittoria in altrettante partite.

La formazione di Rudi Garcia, che giocava a Udine senza Francesco Totti e Gervinho, ha superato i friulani grazie ad una rete di Bradley all’81’.

La vittoria dei giallorossi ha ancora più valore perchè è arrivata in inferiorità (espulsione di Maicon per doppia ammonizione).

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Pomeriggio positivo anche per Juventus e Napoli che vincono le loro partite e restano a meno cinque dalla capolista Roma.

I bianconeri hanno vinto 2-0 contro il Genoa grazie ai gol di Arturo Vidal, su rigore che non c’era perchè Asamoah era stato steso fuori area, e di Carlos Tevez.

Il Napoli ha vinto 2-0 contro il Torino grazie a due rigori trasformati da Gonzalo Higuain. Particolarmente dubbio il secondo.

Profondo rossonero per il Milan che crolla per 2-3 sul campo del Parma in virtù di un gol nei minuti di recupero di Parolo, autore di una doppietta.

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Inarrestabile. Non si ferma la corsa della Roma che, ridotta in inferiorità numerica, raccoglie la nona vittoria consecutiva, per quanto sofferta, in casa dell’Udinese.

Le assenze di Totti e Gervinho nella Roma pesano, e si vede. Il giocattolo costruito da Rudi Garcia a Udine appare un po’ meno perfetto. Manca quel pizzico di qualità in più che finora ha fatto sembrare tutto facile facile per i giallorossi. Nel ruolo di capolista, comunque, la Roma s’assume l’onere di fare la partita. Costruisce gioco, fa girar palla e ha la capacità di aspettare l’occasione propizia per colpire. Come fanno le grandi squadre.

La Roma mantiene la leadership in classifica e sale a quota 27 punti. Abituata a un ruolino di marcia casalingo da primi posti in classifica, però, l’Udinese punta a far valere il fattore Friuli. Caricati a mille per la sfida contro la capolista e trascinati da un Muriel indiavolato, i bianconeri creano più di qualche grattacapo alla difesa giallorossa, con ripartenze veloci. Il colombiano è protagonista assoluto, autore di assist e belle giocate.

Colpisce un palo. Rimedia un giallo per simulazione in un contrasto con Benatia. Forse accentua la caduta ma il contatto c’è. Poi l’arbitro lo grazia dall’espulsione per un’entrata poco ortodossa proprio sull’ex compagno di squadra, il difensore franco-marocchino che in casacca giallorossa, in coppia con Castan ha dato solidità alla difesa della Roma. Le più grosse occasioni della prima frazione di gara sono di marca friulana.

Al 3′ Muriel si invola sulla fascia destra con un rapido contropiede. Si accentra, alza lo sguardo e tira in porta anziché servire Di Natale. La palla si stampa sul legno. Al 37′ è Gabriel Silva a sfiorare la marcatura. Servito da un assist di Muriel l’esterno bianconero, oggi arretrato da Guidolin nella difesa a quattro, supera De Sanctis in uscita con un bel pallonetto. Provvidenziale l’intervento di Castan che salva sulla linea.

La Roma risponde con un destro di Pjanic al 32′ che esce di poco a lato, alla sinistra del portiere friulano, costretto all’intervento decisivo 3′ più tardi, per togliere il pallone dall’incrocio, sul suo palo, dopo un colpo i testa insidioso di Ljajc. Le squadre vanno al riposo sullo 0-0.

Nella ripresa la capolista scende in campo con maggior determinazione, l’Udinese sente la pressione e si fa un po’ schiacciare. L’affanno bianconero sparisce dopo il 20′ quando Maicon, già ammonito nel primo tempo per un fallaccio su Muriel si rende protagonista di un’altra scorrettezza, questa volta su Badu.

Secondo giallo ed espulsione ineccepibile. Guidolin prova ad approfittarne, toglie Hertaux e al suo posto inserisce Basta, esterno destro più alto, per dare una maggiore spinta alla squadra. Il cambio lo azzecca invece Rudi Garcia. Inserisce Bradley per Borriello, nel tentativo di coprire maggiormente la squadra. E’ proprio l’americano, invece, a siglare il gol. Strootman serve Bradley al limite dell’area che, di piatto, infila Kelava, incolpevole.

La Juve ritrova le proprie certezze. Dopo le brucianti sconfitte contro Fiorentina e Real Madrid, i bianconeri battono tra le mura amiche il Genoa ‘alla vecchia maniera’, giocando con gran ritmo e costringendo l’avversario a sostare per gran parte della gara nella propria metacampo. In tal senso il primo tempo dei campioni d’Italia è esemplare: Conte ritorna al 3-5-2, il modulo che gli dà più garanzie, facendo rifiatare Marchisio e confermando in attacco la coppia Tevez-LLorente. La  squadra di Gasperini dall’altra parte si presenta con il solo Gilardino davanti, optando per uno schieramento piuttosto compatto e bloccato.

Fin dai primi minuti è chiaro come la  squadra di Conte sia determinata e concentrata nel riprendere il proprio percorso in campionato. All’11’ ottimo lavoro di sponda di Llorente che si attira tre uomini addosso per poi scaricare su Pogba, che dopo un controllo impreciso si fa murare da Perin in uscita. Gli ospiti non riescono a uscire dal guscio così due minuti dopo la Juve va di nuovo vicina al gol, con Llorente che si fa respingere una conclusione ravvicinata da Perin dopo che lo stesso ex portiere del Pescara aveva smanacciato male sul cross di Isla dalla destra. Ci pensa la traversa invece a salvare il Genoa al 18′ sulla botta da fuori area di Vidal, mentre un minuto dopo sugli sviluppi di un corner Chiellini anticipa tutti ma colpisce di poco alto sopra la traversa. Il pressing bianconero è asfissiante, tanto che al 22′ i  padroni di casa si portano in vantaggio dal dischetto con Vidal dopo l’atterramento al limite dell’area di Asamoah per un fallo di Biondini.

Il gol segnato non cambia  l’atteggiamento della squadra di Conte, che continua a premere alla ricerca del 2-0. Al 25′ Tevez parte in contropiede e dopo una lunga galoppata serve al centro di Pirlo, che dopo un bel gioco di gambe esalta i riflessi i Perin. Pogba si rende invece nuovamene pericoloso al 30′ dopo una palla rubata a Biondini, ma il suo diagonale si spegne sul fondo. Tocca a Tevez così mettere in cassaforte il risultato con uno splendido gol al 36′. L’Apache riceve palla in area, con un dribbling  fa fuori la difesa genoana e fa partire un diagonale di sinistro che trafigge l’incolpevole Perin. Forte del doppio vantaggio la squadra campione d’Italia riduce il proprio raggio d’azione badando più a non scoprirsi che ad attaccare. Nella ripresa i bianconeri si limitano a controllare eccezion fatta per l’iniziativa al 6′ di Tevez, sul cui tiro centrale parato da Perin Llorente si avventa per primo senza riuscire comunque ad andare in rete. Il Genoa non riesce a pungere dalle parti di Buffon, oggi inoperoso, e deve rassegnarsi alla sconfitta. Per la Juventus invece, il successo può soddisfare soprattutto per come è maturato. La caccia alla lepre Roma continua.

Il cuscino a cui Rafa Benitez dice di chiedere sempre consiglio dà le indicazioni giuste al tecnico del Napoli, che cambia la nona formazione in altrettante giornate di campionato. Il Napoli batte il Torino nell’anticipo-lunch e tiene in caldo la sua sfida alla Roma, alla Juventus ed alle altre grandi del campionato. Con una doppietta su rigore di Higuain ed una prova maiuscola di Mertens, il migliore in campo, il tutto sotto la guida di Benitez, gli azzurri ritrovano ‘l’impresa’ di superare il Toro al San Paolo che mancava dal 1996.

Il tecnico madrileno continua con la rotazione spinta dei suoi uomini, un turn over ragionato che è d’altronde indispensabile visti gli impegni della squadra che mercoledì prossimo è attesa a Firenze, sabato sera affronta in anticipo il Catania al San Paolo, il mercoledì successivo aspetta a Napoli il Marsiglia e conclude i ciclo terribile la domenica successiva andando a far visita alla Juventus.

Benitez fa riposare inizialmente Berhami e Callejon, mentre è regolarmente in campo Higuain che diventa protagonista con una doppietta (la prima da quando gioca nel Napoli) siglata nel primo tempo su calcio di rigore, il secondo per un mani in area da tiro ravvicinato che scatena le proteste di Ventura.

L’argentino evidentemente deve essersi messo alle spalle ogni problema di natura fisica e sta ritrovando anche la giusta condizione atletica. Il Torino fa quello che può, considerate le assenze di sette uomini titolari o quasi. Ventura, però, forse condizionato dall’ emergenza, ha il torto di snaturare la squadra. Il tecnico granata schiera infatti cinque uomini in difesa lasciando così il centrocampo in mano agli avversari.

Evidentemente Ventura spera nelle ripartenze veloci della sua squadra che, però, non si concretizzano mai. L’atteggiamento del Toro non cambia neppure dopo che il Napoli è andato in vantaggio e la tattica attendista degli ospiti non fa altro che fare il gioco dei padroni di casa.

Il Napoli, grazie anche al fatto che riesce a sbloccare presto il risultato, non ha fretta e macina con costanza e pazienza il suo gioco, creando qualche buona occasione da gol con quale avrebbe potuto anche rendere più rotondo il punteggio. Nella ripresa il Napoli rallenta notevolmente il ritmo puntando al controllo della partita.

Ciò non significa che gli azzurri non riescano a produrre nuove occasioni da gol, che addirittura fioccano e vengono banalmente sciupate, a turno da Insigne, Pandev e Callejon, ma giocano sotto tono, come se mirassero principalmente a conservare preziose energie in vista del tour de force che li attende nelle prossime due settimane.

Qual è il vero Milan? Quello che tiene testa al Barcellona in Champions o quello che sta inerme a guardare il Parma infilargli due reti nel primo tempo? Quello che rimonta di prepotenza dallo 0-2 o quello che nel finale barcolla e infine crolla, rimediando la quarta sconfitta in nove gare di campionato? La risposta dovrà darla Allegri ed anche in fretta, visto che la zona Champions dista già 11 punti. Il Parma, invece, raccoglie  la terza vittoria di fila al Tardini, raccogliendo con una punizione di Parolo al 94′ quello che aveva perso in 120” di sonno, dal 16′ al 18′ della ripresa. Perfetti nel loro cinismo i gialloblù nel primo tempo, trascinati da un Cassano in giornata di grazia, così come gli capita spesso quando deve farsi rimpiangere da chi non l’ha voluto più. L’uomo del match, però, è Parolo, autore di due reti pesantissime. La prima all’11’, dopo una fuga di Biabiany,imprendibile sulla destra per Constant.

Sull’1-0 il Milan prova a reagire, il palleggio in mezzo al campo non trova sbocchi anche perché Balotelli è in giornata abulica e tutto quello che riesce a fare è beccarsi un cartellino per simulazione per un tuffo in area parmense. Il Parma aspetta e colpisce ancora nel recupero: Biabiany  scappa, la palla finisce a Cassano, il cui tiro beffa Gabriel sul suo palo. Qui scende in campo Allegri, che rischia tutto togliendo Poli e Balotelli per inserire Kakà e Matri. Il coraggio (o la disperazione) del tecnico rossonero viene premiato perché proprio l’ex juventino indovina il diagonale che riapre la gara, un attimo dopo che Gargano, su assist di Cassano, aveva quasi spaccato la traversa e mancato il 3-0. Due minuti ancora èd è 2-2: traversa di Zapata su angolo di Kakà  e tap-in di Silvestre. La gara è un turbinio di emozioni: Kakà va vicino al gol, De Jong al rosso, Rosi al colpo del k.o. per il Milan. Che arriva al 49′, quando la barriera si apre su una punizione-bomba di Parolo e la palla finisce in rete. 3-2 e Milan al tappeto.

Doppio Cuadrado e la Fiorentina vince la partita a dadi con il Chievo dando continuità a una striscia positiva che la proietta ai vertici della classifica. Una doppietta del colombiano manda all’inferno un Chievo coraggioso che aveva approfittato di un avvio molle dei viola per segnare subito, ma che non è stato in grado di opporsi alla superiore qualità della Fiorentina. Veronesi in gol alla prima occasione: cross perfetto di Dramè per la testa di Cesar che anticipa tutti e supera Neto. Comincia un’altra partita, con il Chievo che prende fiducia e la Fiorentina che non trova gli spazi sperati.

I tentativi isolati dei singoli vengono frustrati dall’accorta difesa clivense e Thereau sfiora anche il raddoppio prima dell’episodio dello scadere che consente il pari ai viola e cambia il volto della gara. E’ il 45′ quando Rossi serve Cuadrado che scappa palla al piede, salta Estigarribia e insacca alle spalle di Puggioni. Il colombiano è il decimo marcatore stagionale della Fiorentina. La ripresa presenta uno schema impazzito: la squadra viola cerca la vittoria con la tecnica, il Chievo risponde con umiltà ma il match è impari e al 18′ arriva il secondo gol di Cuadrado, bravo e fortunato nella zampata decisiva da centro area.

UDINESE-ROMA 0-1 Bradley 81′   

UDINESE (3-5-1-1): 30 Kelava; 75 Heurtaux, 5 Danilo, 4 Naldo; 37 Pereyra, 66 Pinzi, 7 Badu, 21 Lazzari, 34 Gabriel Silva; 9 Muriel; 10 Di Natale A disp.: 99 Benussi, 1 Brkic, 6 Bubnjic, 27 Widmer, 19 Douglas Santos, 3 Allan, 52 Merkel, 32 Bruno Fernandes, 70 Maicosuel, 8 Basta, 17 Lopez, 13 Ranegie. Allenatore: Francesco Guidolin
ROMA (4-3-3): 26 De Sanctis; 13 Maicon, 17 Benatia, 5 Castan, 42 Balzaretti; 16 De Rossi, 6 Strootman, 15 Pjanic; 8 Ljajic, 88 Borriello, 24 Florenzi A disp.: 1 Lobont, 28 Skorupski, 29 Burdisso, 46 Romagnoli, 33 Jedvaj, 35 Torosidis, 3 Dodò, 4 Bradley, 94 Ricci, 11 Taddei, 7 Marquinho, 18 Caprari. Allenatore: Rudi Garcia

JUVENTUS-GENOA 2-0  Vidal 22′ (rig), Tevez 36′ 

JUVENTUS (3-5-2): 1 Buffon; 15 Barzagli, 19 Bonucci, 3 Chiellini; 33 Isla, 23 Vidal, 21 Pirlo, 6 Pogba, 22 Asamoah; 10 Tevez, 14 Llorente. In panchina: 30 Storari, 34 Rubinho, 4 Caceres, 5 Ogbonna, 8 Marchisio, 11 De Ceglie, 12 Giovinco, 17 Peluso, 16 Motta, 20 Padoin. Allenatore: Conte

GENOA (5-4-1): 1 Perin; 20 Vrsaljko, 3 Antonini, 90 Portanova, 21 Manfredini, 15 Marchese; 33 Kucka, 8 Biondini, 91 Bertolacci, 13 Antonelli; 11 Gilardino. In panchina: 53 Bizzarri,32 Donnarumma, 5 Gamberini, 2 Sampirisi, 4 De Maio, 10 Lodi, 14 Cofie, 69 Sturaro, 18 Fetfatzidis, 26 Centurion, 9 Stoian, 77 Konatè. Allenatore: Gasperini

NAPOLI-TORINO 2-0 Higuain 13′ (rig), 31′ (rig).

Napoli (4-2-3-1): Reina; Maggio, Albiol, Fernandez, Armero; Inler, Dzemaili; Mertens, Hamsik, Insigne; Higuain. A disposizione: Rafael, Colombo, Uvini, Mesto, Bariti, Inler, Radosevic, Pandev, Callejon, Zapata. All.: Benitez
Torino (3-5-2): Padelli; Darmian, Glik, Moretti; D’Ambrosio, Gazzi, Vives, Bellomo, Pasquale; Cerci, Barreto. A disposizione: Gomis, Berni, Maksimovic, Scaglia, Masiello, Basha, Meggiorini. All.: Ventura.
Arbitro: De Marco

BOLOGNA-LIVORNO 1-0 Crespo 3′ 

Bologna (3-5-1-1): Curci; Sorensen, Natali, Mantovani; Crespo, Kone, Khrin, Laxalt, Cech; Diamanti; Cristaldo
A disp.: Agliardi, Radakovic, Antonsson, Garics, Morleo, Perez, Pazienza, Della Rocca, Christodoulopoulos, Moscardelli, Bianchi, Acquafresca. All.: Pioli
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Cherubin, Stojanovic, Gimenez
Livorno (3-5-2): Bardi; Coda, Emerson, Ceccherini; Schiattarella, Luci, Biagianti, Duncan, Mbaye; Siligardi, Paulinho
A disp.: Anania, Aldegani, Rinaudo, Gemiti, Decarli, Valentini, Piccini, Benassi, Lambrughi, Emeghara, Borja, Mosquera. All.: Nicola
Squalificati: De Lucia (fino al 27 dicembre 2013)
Indisponibili: Botta, Greco

CATANIA-SASSUOLO 0-0

Catania (4-3-3): Andujar; Izco, Gyomber, Rolin, Biraghi; Plasil, Tachsidis, Almiron; Castro, Bergessio, Barrientos
A disp.: Frison, Capuano, Ficara, Guarente, Maxi Lopez, Keko, Freire, Leto, Petkovic. All.: De Canio
Squalificati: Legrottaglie (1), Alvarez (1)
Indisponibili: Spolli, Bellusci, Monzon
Sassuolo (3-5-2): Pegolo; Antei, Bianco, Acerbi; Schelotto, Kurtic, Marrone, Magnanelli, Longhi; Floro Flores, Berardi
A disp.: Pomini, Rosati, Pucino, Gazzola, Marzorati, Rossini, Chibsah, Missiroli, Laribi, Ziegler, Alexe, Farias, Zaza. All.: Di Francesco
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Gomes, Valeri, Terranova, Masucci

CHIEVO-FIORENTINA 1-2 Cesar 14′, Cuadrado 45′ e 64′  

Chievo (4-4-2): Puggioni; Frey, Claiton, Cesar, Dramé; Estigarribia, Bentivoglio, Radovanovic, Hetemaj; Paloschi, Thereau
A disp.: Squizzi, Silvestri, Acosty, Bernardini, Papp, Pamic, Lazarevic, Sestu, Kupisz, Samassa, Improta, Pellissier, Ardemagni. All.: Sannino
Squalificati: Sardo (1), L. Rigoni (1)
Indisponibili: Calello, Dainelli
Fiorentina (4-3-3): Neto; Roncaglia, Rodriguez, Savic, Pasqual; Aquilani, Pizarro, Borja Valero; Joaquin, Rossi, Cuadrado. A disp.: Munua, Lupatelli, Tomovic, Compper, Alonso, Bakic, Vargas, Rebic, Vecino, Ryder, Wolski, Mati Fernandez, Iakovenko, Matos. All.: Montella.
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Ambrosini, Gomez, Hegazy, Ilicic, Matos

PARMA-MILAN 3-2 Parolo 13′ e 94′, Cassano 45′, Matri 61′, Silvestre 63′    

Parma (3-5-2): Mirante; Cassani, Felipe, Lucarelli; Biabiany, Gargano, Marchionni, Parolo, Gobbi; Cassano, Amauri
A disp.: Bajza, Coric, Mesbah, Benalouane, Mendes, Valdes, Munari, Acquah, Obi, Palladino, Sansone, Rosi. All.: Donadoni
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Galloppa, Paletta, Okaka, Pavarini
Milan (4-3-3): Gabriel; Abate, Silvestre, Zapata, Constant; Montolivo, De Jong, Poli; Birsa, Balotelli, Robinho
A disp.: Amelia, Coppola, Zaccardo, Cristante, Vergara, Muntari, Emanuelson, De Sciglio, Kakà, Saponara, Matri, Niang. All.: Allegri
Squalificati: Mexes (3)
Indisponibili: Bonera, Pazzini, El Shaarawy, Abbiati

LAZIO-CAGLIARI 2-0 Klose 52′ e Candreva 55′ (rig)

Lazio (4-3-3): Marchetti; Cavanda, Ciani, Cana, Radu; Onazi, Biglia, Hernanes; Candreva, Perea, Felipe Anderson. A disp.: Berisha, Strakosha, Novaretti, Dias, Crecco, Pereirinha, Elez, Gonzalez, Ederson, Tounkara, Keita, Ledesma, Floccari Klose. All.: Petkovic.
Squalificati: Mauri (fino al 2/5/2014)
Indisponibili: Konko, Biava, Vinicius, Lulic
Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Perico, Rossettini, Astori, Murru; Cabrera, Conti, Nainggolan; Cossu; Pinilla, Ibarbo
A disp.: Avramov, Ariaudo, Pisano, Avelar, Eriksson, Sau, Ibraimi, Dessena, Nenè. All.: Lopez
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Ekdal.