Giro d’Italia, doppietta italiana alla Rovereto-Stradella: vince Bettiol davanti a Consonni. Bernal sempre in rosa

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 27 Maggio 2021 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA
Giro d'Italia Bettiol

Giro d’Italia, doppietta italiana alla Rovereto-Stradella: vince Bettiol davanti a Consonni. Bernal sempre in rosa (foto ANSA)

Giro d’Italia, doppietta italiana entusiasmante nella 18° tappa. Spettacolare. Primo Alberto Bettiol, secondo Simone Consonni. Un fiorentino e un bergamasco. Due giganti per tempismo, intelligenza tattica, rabbia agonistica. È la quinta vittoria italiana con cinque diversi corridori.

Giro d’Italia, capolavoro di Bettiol nella 18° tappa

Il gruppo ha passeggiato, col primo caldo, accumulando oltre venti minuti di ritardo. Sempre in maglia rosa Bernal. Sostanzialmente immutata la classifica generale. Subito dopo aver tagliato la linea d’arrivo Bettiol ha detto: “È stata una vittoria voluta, cercata. C’ero già andato vicino in un paio di occasioni. Stamattina il mio capitano Carthy mi ha dato il via libera per andare all’attacco, devo ringraziarlo”.

La tappa Rovereto-Stradella, la più lunga del Giro 104, si è accesa negli ultimi 30 km con una prima fuga (Battistella e Zana). Poi altre sgroppate fino a Broni. A 26 km il francese Cavagna sorprende tutti con una “sparata” irresistibile, va in fuga solitaria, sembra farcela ma a 7,5 km dal traguardo viene raggiunto da un sontuoso Bettiol (che nel frattempo si è liberato di Roche).

Il toscano se ne va con il passo, altrettanto vincente, che ha dimostrato nel 2019 al Giro delle Fiandre. A 200 metri dal traguardo offre uno show fatto di urla, commozione, braccia alzate, invitando il pubblico all’applauso. Poi sulla linea d’arrivo alza gli occhi al cielo e dedica il suo capolavoro a Mauro Battaglini, suo procuratore sportivo, scomparso il 5 settembre 2020. Giù il cappello. Simone Consonni ha mollato di forza il gruppetto degli immediati inseguitori e agevolmente ha tagliato il traguardo. Terzo Nicolas Roche. Si è ritirato Ciccone prima del via. Ulissi nei venti. Nibali ha un distacco di 45’12” dal vertice. Un abisso.

Il passaggio a Canneto inevitabilmente ha fatto affiorare vecchi ricordi. Qui nel 1939 sbocciò Fausto Coppi. Era esattamente il 29 maggio 1939. Fausto aveva appena 19 anni. Si correva il Gp Città di Pavia (180 km). Attaccò e vinse con cinque minuti di vantaggio su Gino Scattini. L’anno dopo si presentò al Giro d’Italia nella Legnano di capitan Bartali. Nella Arezzo-Firenze va in fuga ma è ripreso a 7 km dall’arrivo. Ci riprova il giorno dopo nella Firenze-Modena. Va in fuga per cento chilometri, sull’Abetone apre il gas ,vince la tappa e indossa la maglia rosa che porterà trionfante fino all’Arena di Milano. Due giorni dopo l’Italia entra in guerra. Il Giro d’Italia tornerà nel 1946. E nasce il duello Coppi-Bartali.

Venerdì 28 maggio 19° tappa, Abbiategrasso-Alpe di Mera

Tappa 19 venerdì 28 maggio. Partenza da Abbiategrasso con arrivo ai 1.531 metri dell’Alpe di Mera, località Valsesiana turistica. Siamo nel comune di Scopello, provincia di Vercelli. Annullato il Mottarone nel rispetto e nel ricordo delle 14 vittime della cabina.

Curiosità. Nella frazione di Mera vivono solo quattro abitanti, tutti maschi. Sono loro che presidiano la località. La tappa non è durissima ma è pur sempre una tappa di montagna, con tre salite. Dopo il Passo della Colma (928 metri) c’è la scalata verso  l’arrivo: 9,7 km al 9% con la parte finale al 10,4%. È una tappa quattro stelle. E c’è l’incognita stanchezza dopo 3.050 km. Il Giro d’Italia termina domenica a Milano.