Juve doma l’Inter con Caceres e Del Piero, campionato vivo. Lazio terza

Pubblicato il 25 Marzo 2012 - 22:51 OLTRE 6 MESI FA

(LaPresse)

ROMA – Il campionato è “vivo”: la Juventus soffre un tempo poi supera 2-0 l’Inter e si mantiene a 4 punti dal Milan, ieri vittorioso con la Roma. Per il terzo posto turno favorevole alla Lazio, unica delle squadre in corsa a ottenere i tre punti.

Inter-Juve 2-0Per un tempo almeno i 18 punti di distanza in classifica non si vedono: la Juve gioca a fiammate. A tratti pare irresistibile ma quando si concede delle pause soffre e si va al riposo con la sensazione che se si è ancora sullo 0-0 il merito è soprattutto di Gigi Buffon. Nella ripresa, però, qualcosa cambia. Sarà che i giocatori della Juve pensano ai punti dal Milan che in quel momento sono ancora sei, sarà il discorso di Antonio Conte (arrivato in panchina in ritardo nella ripresa): i bianconeri nella ripresa sono un’altra cosa.

La mossa di Conte che alla lunga apre la partita è all’ottavo del secondo tempo: fuori Matri dentro il capitano, Alex Del Piero. Tempo cinque minuti e la Juve passa con Caceres, completamente dimenticato dalla difesa dell’Inter. E con il  gol incassato i nerazzurri scompaiono dal campo. Prima è Vucinic a sbagliare un gol che solo Vucinic sa sbagliare: tutto  solo davanti al portiere, con il solito irritante “piattone” lento e neppure piazzato. Poi è Del Piero a mettere il sigillo sulla gara più importante, quella con i rivali del post-calciopoli, nella gara che tiene il campionato ancora aperto.

A Milano, nella serata di sabato, è servito il miglior Zlatan Ibrahimovic per domare la Roma 2-1 e tenere la Juventus a distanza di sicurezza. Certo, per la squadra di Allegri, non esattamente un allenamento comodo in vista della partita con il Barcellona, partita che non vedrà tra i protagonisti, e per il Milan è una notizia ferale, Thiago Silva che si arrende dopo 10 minuti. Col senno di poi, meglio risparmiarlo.

A San Siro la Roma arriva per provare a giocare alla pari. E per larghi tratti di gara lo fa andando anche in vantaggio poco prima dell’intervallo con una spaccata di Osvaldo. Il Milan, che prende due pali, trova un pari che fa discutere in avvio di ripresa. L’arbitro Mazzoleni non vede un fallo su Heinze, non vede un fuorigioco di Ibrahimovic ma vede un fallo di mano (evidente) di De Rossi. Rigore che ci sarebbe se non ci fossero due irregolarità prima. Sta di fatto che sul dischetto si presenta Ibra, e Ibra non sbaglia mai.

Nel finale, con la Roma che re-inserisce la terza punta e si sbilancia è ancora Ibrahimovic  a trovare il gol che avvicina il Milan al campionato e allontana, alla luce dei risultati della domenica, in modo forse definitivo la Roma dalla zona Champions.

Anche perché la Lazio, con una vittoria al fotofinish firmata dal difensore Diakité si mostra più forte e fortunata dell’emergenza, supera 1-0 il Cagliari e allunga su tutte le avversarie dirette. La partita coi sardi, la cui classifica non gli consente ancora di stare tranquilli, è una sofferenza come da copione: senza Klose la Lazio è spuntata e fatica ad andare in gol anche perché i sardi si presentano con intenzioni chiare, muro a oltranza e qualche ripartenza. La svolta arriva al minuto 88: calcio di punizione di Ledesma dalla tre quarti e testa di Diakité. Se i segni nel calcio contano qualcosa allora il messaggio è che i biancocelesti sono i favoriti: la Lazio era terza dopo aver perso due partite. Gli basta una vittoria “di routine” per allungare sulle avversarie dirette, vittoria che arriva nel momento dell’emergenza e con uno di quelli poco avvezzi al gol (al secondo sigillo in 82 partite).

Il Napoli, invece, sembra frenare sempre quando sta per diventare grande. E’ il leit motiv di tutto il campionato, è successo a Londra ed è successo anche in casa col Catania, dove i partenopei si fanno rimontare dal 2-0 al 2-2. A fine partita, Cavani (autore del gol dell’illusorio 2-0) è sibillino: “Se non c’ voglia di vincere non c’è nulla da fare”. Allusione? A chi?  Intanto la classifica dice -3 dalla Lazio. Con gli scontri diretti tutto è ancora possibile.

Che dire del Catania, invece? La squadra di Montella barcolla, va sotto di due gol, il palo gli evita il ko, e poi piano piano si rimette in corsa. Superato l’ostacolo Napoli ora tocca al Milan: se i rossoblù dovessero non perdere, pensare all’Europa League diventerebbe quasi un dovere.

Pari al Napoli, a quota 48 c’è l’Udinese che a Palermo ottiene un 1-1 in rimonta. Bicchiere mezzo pieno se si pensa che è arrivato il primo gol di Torje, che a cinque minuti dalla fine i friulani erano sotto e che la Lazio è ancora a portata di singola partita. Bicchiere mezzo vuoto se si leggono in serie le ultime partite e quella vittoria che manca dal 26 febbraio, a Bologna. Serve un cambio di passo: altrimenti la lotta per il terzo posto rischia di essere virtuale o poco più.  Quanto al Palermo resta la beffa e una classifica senza infamia e senza lode che difficilmente varrà la conferma a Bortolo Mutti.

Sopra al Palermo, adesso, c’è l’Atalanta che con il 2-0 rifilato al Bologna arriva a quota 37. Significa salvezza a una vittoria, salvo amare soprese estive da appendice di calcio scommesse e significherebbe quota 43, un punto in meno della Roma, se il giudice sportivo non ci avesse messo lo zampino. L’Atalanta, comunque, ha il merito di trovare gol e punti anche senza Denis e Marilungo, ovvero l’attacco titolare. Ci pensano, però, Gabbiadini (al primo gol in serie A) e Tiribocchi. Quanto al Bologna la sensazione è che la squadra di Pioli, dopo la serie positiva che l’ha risollevata dai bassifondi, ora stia tirando il fiato. Certo, 36 punti, non sono ancora abbastanza: ma per la salvezza sembra comunque quasi fatta.

A 36 punti c’è anche il Chievo, fermato sull’1-1 dal Siena. Sulla carta era il risultato più probabile. Nei fatti, però, il pari va stretto ai veronesi che dominano nel primo tempo, segnano un gol rocambolesco e rischiano più volte di chiudere la gara. Nella ripresa, invece, Bradley regala e Destro approfitta regalando ai toscani il pari che porta il Siena a quota 33, sei punti più del Lecce.

Finisce invece 2-2 il confronto tra le grandi delusioni del campionato, quello tra Genoa e Fiorentina. Il pari, alla fine, sposta poco per entrambe: i liguri vanno a 34 punti, i viola a 33. A masticare amaro, però, è soprattutto la Fiorentina che prima va sotto, poi rimonta e si vede riacciuffare nel finale da un gran gol del solito Palacio. Comunque vada, alla fine, sono due squadre che devono cambiare molto. A Genova, però, a cambiare ci sono abituati.

Nella zona retrocessione, invece, cambia nulla o quasi. Il calendario, oggi, metteva di fronte le ultime quattro della classifica: con il Parma, l’unica oggi “salva” a far visita al Cesena e il Novara che ospitava il Lecce. Sono usciti due pareggi che alla fine non accontentano nessuna. A Cesena arriva un 2-2 che non cambia nulla per i padroni di casa che sembrano già spacciati e che consente almeno al Parma di tenere il +5 sul Lecce. A Novara, invece, la partita è divertente ma non arrivano i gol. Il Novara ottiene il terzo risultato “utile” consecutivo. Risultato che, però, di utile ha ben poco perché la salvezza resta lontana 8 punti. Per il Lecce, invece, c’è qualche speranza in più. Con un rammarico: il momento è buono (una sola sconfitta in otto gare) ma per colpa dei troppi pareggi la benedetta quartultima non vuole saperne di avvicinarsi.