Morosini. Sindaco Tosi si costituirà parte civile. I 20 ultrà già identificati

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Piermario Morosini

ROMA – Le disgustose offese a Piermario Morosini saranno punite: la ventina di pseudo tifosi del Verona è stata filmata dalle telecamere mentre cantava i suoi deliranti cori. La novità, dopo la tempestiva presa di distanza della società, viene dal sindaco Tosi: la giunta cittadina si costituirà parte civile. “Quei quattro stupidi ignoranti che hanno compiuto quel gesto esecrabile, hanno infangato la numerosissima e corretta tifoseria del Verona – recita il comunicato di Tosi. – Dovrebbero provare a pensare a come si saranno sentiti i congiunti del povero Piermario Morosini. Per questo, se verranno individuati e perseguiti, la Giunta Comunale, a nome della Città, si costituirà parte civile nei loro confronti e devolverà in opere benefiche l’eventuale risarcimento”.

Parole inequivocabili che in parte temperano il pomeriggio di ordinaria follia di Livorno, dove si disputava un incontro a rischio per le note distanze ideologiche delle tifoserie. I veneti erano attesi al varco da uno spiegamento di forze che ne ha circoscritto gli ardori ma non ha impedito la solita esibizione di saluti romani. Non ci accodiamo a chi, come ha fatto anche la Figc, invoca adesso provvedimenti esemplari. Non esistono nell’esercizio sano della giustizia sentenze esemplari: dovrebbero esistere invece procedure efficaci, processi rapidi e mirati, sanzioni effettive. L’enormità dei gratuiti e idioti insulti a Morosini semmai offre una grande occasione per invertire la tendenza di un calcio piagato nella sua credibilità dalle scommesse e oltraggiato dalle performance di porzioni fuori controllo delle tifoserie.

Un rapido accertamento delle responsabilità (il circuito che va dal monitoraggio in diretta nelle curve al processo dei colpevoli fino a una giusta sentenza) è il miglior antitodo al veleno ultrà. Il lascito della scomparsa di Morosini può essere carburante prezioso per gli amici dello sport finalmente pronti a condannare il “meraviglioso pubblico” di turno che regolarmente si macchia di atteggiamenti inqualificabili. Nonostante la rabbia del momento non è il caso di avallare giudizi a caldo come quello del capitano del Livorno Luci che chiedeva la radiazione del Verona calcio che “non merita di esistere”. Non meritano di partecipare allo spettacolo sportivo personaggi con nome e cognome, che ci penserà la magistratura a tenere fuori dagli stadi.

Non sarà la magistratura ma, speriamo, il buon senso delle persone a far tornare in sé l’allenatore del Verona Mandorlini, più a suo agio nei panni del fanatico curvarolo che in quelli del tecnico. Chi aveva in mente parate naziste e insulti a un uomo che non può più difendersi non aveva certo bisogno di stimoli ulteriori al suo delirio. Ma come giudicare uno come Mandorlini? Uno che prepara così la gara relegandola narcisisticamente a uno scontro tribale sulla sua persona: “Sono orgoglioso di essere un nemico del Livorno. Non ce le siamo mai mandate a dire e continueremo a essere così. Fa parte del gioco, e mia auguro che la mia squadra giochi meglio della loro e l’importante è il risultato”. Come no, il risultato. E infatti si è visto sugli spalti. E più giù, anche dal campo dove Mandorlini, per non mandarle a dire, si produceva in bel dito medio alzato, un “vaffa” generalizzato al Livorno Calcio, a Livorno città che lo ospitava. Aveva appena segnato il Livorno con Martinho. A fine partita nessuna scusa dal tecnico tribuno amato dalla curva veronese. Lo hanno visto però, non il guardalinee né il quarto uomo, ma uno 007 della Federazione. Anche per Mandorlini non si invochino punizioni esemplari. Esistono le norme, applichiamole.