Rudi Garcia: “Prova tv da migliorare, calcio è gioco di contatto… non è danza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2014 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA
Rudi Garcia: "Prova tv da migliorare, pallone non è danza"

Il pugno di De Rossi a Icardi

ROMA – “Cosa ne penso della giustizia sportiva? Credo ci sia un problema generale, non solo in Italia, e l’International Board deve aiutare gli arbitri. Va migliorato ad esempio l’uso della tv: o serve o non serve. Fare l’arbitro non è facile, deve decidere in mezzo secondo, mentre tutti gli altri hanno la possibilità poco dopo di vedere con la moviola cosa è accaduto. Così non si può andare avanti, siamo nel 21° secolo…”.

Dopo la conferma dei tre turni di squalifica a Daniele De Rossi grazie alla prova tv, Rudi Garcia torna a parlare dell’uso della tecnologia nel mondo del calcio. Secondo il tecnico della Roma, aumentare il numero di arbitri in campo non è la strada giusta da seguire: “Dalla mia esperienza col Lille in Europa League ho capito che aumentare gli occhi degli arbitri in campo non cambia niente. In altri sport, soprattutto nel rugby, ci sono state novità che hanno migliorato tanto le partite permettendo di vedere le cose in maniera più giusta”.

Proprio la tv, però, ha permesso al giudice sportivo di squalificare De Rossi per tre giornate in seguito al pugno rifilato a Icardi. Uno stop che Garcia fatica a digerire. “Il gesto di Daniele poteva sembrare violento e non si dovrebbero fare in area, ma lui era sotto gli occhi di arbitro e assistente che hanno visto tutto e non hanno fischiato – le linea del francese – Non difendo Daniele perché guardando le immagini è normale dire che era da espulsione, ma parlando con lui mi ha detto che neanche si è accorto di quello che è successo, e lo stesso vale per Icardi. E’ vero che dobbiamo fare in modo di eliminare queste cose nell’area di rigore, ma il calcio è un gioco di contatto, non è ping-pong o danza”.

Garcia, infine, torna anche sull’esclusione di De Rossi dall’Italia per l’amichevole giocata con la Spagna: “Avere un codice etico è giusto, ma il problema è che tutto ciò che porta all’interpretazione non va bene. A mio avviso Daniele era già condannato dalla tv e dalla non convocazione (del ct Prandelli, ndr). Era meglio convocarlo e magari dopo il giudizio rispedirlo a casa. La cosa era già fatta prima, ma la tv non vede tutto”.