Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte (Foto Ansa)
Gli imprenditori che, sulla base di quanto stabilito dai giudici, non pagano adeguatamente i propri lavoratori, non saranno tenuti a corrispondere la differenza nel caso si siano comunque attenuti agli standard di alcuni contratti collettivi.
Questo, raccontano le agenzie, quanto prevede una modifica alla manovra approvata in commissione al Senato e contenuta nel testo all’esame dell’Aula. Si tratta di casi in cui, secondo i giudici, il trattamento economico non sia conforme “ai princìpi” dell’articolo 36 della Costituzione sulla retribuzione proporzionata.
Il dossier del Servizio Studi del Parlamento chiede quindi che “si valuti l’opportunità di chiarire, in relazione all’orientamento giurisprudenziale suddetto, la portata giuridica di tali riferimenti”.
“Hanno infilato nella Manovra, col favore delle tenebre e la confusione dei litigi interni alla maggioranza – tuona il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte – una norma vergognosa che calpesta e penalizza i lavoratori sottopagati, che avevamo già stoppato in estate. Con questa decisione di Meloni e soci, un lavoratore non può più avere gli arretrati, anche se un giudice stabilisce che ne ha diritto perché il suo stipendio è troppo basso e viola l’articolo 36 della Costituzione”.
“Sono gli stessi – aggiunge – del no al salario minimo legale e a tutte le nostre proposte per aumentare gli stipendi dei lavoratori e aiutare i cassintegrati davanti al crollo del potere d’acquisto. Sono gli stessi che aumentano i rimborsi a ministri e sottosegretari. Il mondo al contrario. Ci batteremo ancora contro questo ennesimo scempio”.
