Barbara Berlusconi (Foto Ansa)
Intervistata dal Corriere della Sera, Barbara Berlusconi racconta il percorso che l’ha portata a un nuovo impegno pubblico e personale: “Questo momento arriva dopo un percorso personale, familiare e professionale che mi ha portata a sentire l’esigenza di restituire”.
Primogenita dell’ex premier Silvio Berlusconi e di Veronica Lario, indica alcune figure femminili che ammira profondamente. “Giorgia Meloni – afferma – sotto il profilo storico ha segnato un prima e un dopo: è la prima donna presidente del Consiglio in Italia. A livello personale e professionale la stimo”.
Tra i suoi riferimenti cita anche “la pakistana Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del Nobel per la Pace”.
Il racconto torna poi alla Fondazione da lei creata. “Papà non ha mai smesso di progettare il futuro”, ricorda, spiegando che la Fondazione “è nata nella primavera 2025 dal mio desiderio di dare forma a domande che mi accompagnano da anni: cosa significa oggi educare, trasmettere cultura, costruire pensiero”. Le scelte sono chiare: “Al primo posto c’è l’educazione, con un’attenzione particolare all’infanzia e all’adolescenza”.
La Fondazione sostiene realtà impegnate sui disturbi dell’apprendimento, “come Dsa e Adhd, sviluppando metodi che aiutino i giovani a studiare con maggiore serenità ed efficacia”. Centrale anche l’arte, definita “un pilastro”. Alla politica guarda “con grande rispetto”.
“Ho le mie idee, ascolto, mi informo e poi tiro le mie conclusioni. Mi sento profondamente liberale e credo in uno Stato al servizio delle persone”. Un esempio negativo? “Il Covid: una catastrofe gestionale”.
Sulle ipotesi di una candidatura è netta: “Se n’è parlato, ma non lo farò. È una responsabilità enorme e non è una staffetta: entrarci solo per il cognome non ha senso”. Quanto agli eredi politici del padre, “in questo momento no, almeno non con quella capacità di visione”. Infine una confessione personale: “Dieci anni fa è cominciata una depressione impegnativa, durata a lungo. Ho fatto tanta terapia. Ho scoperto di avere l’Adhd: da adulta è stato faticoso accettarlo, ma anche liberatorio”.
