Feltri sospeso per il caso Boffo. Iacopino (Odg): “Erano tutti d’accordo”

Pubblicato il 12 Novembre 2010 - 11:42| Aggiornato il 19 Dicembre 2014 OLTRE 6 MESI FA

L’Ordine dei Giornalisti ha dimezzato la sospensione di Vittorio Feltri: l’ex direttore del Giornale, che era stato “bloccato” per 6 mesi dall’Ordine della Lombardia dopo il “caso Boffo”, è stato ora sospeso per 3 mesi dall’Ordine nazionale.

A spieare la misura adottata è stato Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti: ”Tutti i membri del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, nessun escluso, hanno ritenuto meritevole di sanzione disciplinare il comportamento di Vittorio Feltri nella vicenda che ha interessato il collega Dino Boffo. Feltri è stato a lungo ascoltato e gli sono state garantite tutte le opportunità di sostenere le sue ragioni, con un contraddittorio che non sempre si registra e che non a tutti viene altrove garantito”.

”Lo stesso difensore di Feltri – aggiunge Iacopino in una nota – ha ritenuto di ringraziare pubblicamente i consiglieri affermando che era stato testimone di ‘un fatto unico’ perché mai, in altra sede, si era trovato davanti a giudici capaci di agire con tanto rigore, dando vita ad ”un dibattito molto significativo. Sono grato per il riconoscimento a nome di un Consiglio che agisce sempre così, nei confronti di tutti i colleghi, non solo per una correttezza formale e sostanziale, ma perché vive come una sconfitta la necessità di infliggere una sanzione disciplinare”.

”Queste decisioni, infatti, testimoniano che un collega ha violato le norme deontologiche – conclude il presidente dell’Odg – che regolano la professione a tutela del diritto dei cittadini di essere correttamente informati. La prova lampante di questa capacità del Consiglio di interrogarsi è data, anche in questo caso, dal risultato della votazione: tutti i partecipanti hanno giudicato Feltri responsabile di una violazione deontologica relativa ad un fatto specifico e non ad una opinione. Tutti. Cosa che dovrebbe indurre a riflettere anche quanti alla vigilia della decisione hanno ritenuto di diffondere un appello per chiedere l’assoluzione di Feltri, appello che – per i toni, i tempi e so0prattutto l’importanza e il ruolo dei sottoscrittori – è apparso come il tentativo di una indebita pressione”.