Ambiente. Dopo anni di declino lupi ed orsi tornano a popolare l’Europa

Pubblicato il 17 Giugno 2014 - 16:31 OLTRE 6 MESI FA
Un orso del Parco Nazionale d'Abruzzo

Un orso del Parco Nazionale d’Abruzzo

BELGIO, BRUXELLES – Dopo anni di declino, lupi e orsi stanno tornando a popolare l’Europa, ma su di loro pesa ancora una grande minaccia: l’ostilità dell’uomo. Questi animali a volte infatti mangiano pecore e mucche, oppure attaccano i cani dei cacciatori. A correre ai ripari e a lanciare un piano-convivenza è la Commissione europea, che sul salvataggio di queste specie ha investito parecchio: dal 1992 ha cofinanziato con oltre 58 milioni di euro 78 progetti per la conservazione dei grandi carnivori, anche in Italia.

La ricetta di Bruxelles è quella di una piattaforma di dialogo che riunisce federazioni e associazioni europee di cacciatori (FACE e CIC), agricoltori (COPA-COGECA), allevatori di renne finlandesi e svedesi, proprietari terrieri (ELO), aree protette (EUROPARC FEDERATION), ambientalisti (WWF) e scienziati (IUCN). Un forum per discutere soluzioni a problemi diversi, a seconda della realtà locale. “Dobbiamo trattare i nostri vicini in natura con rispetto, ma anche ascoltare le preoccupazioni di quanti sono effettivamente colpiti dalla loro vicinanza” ha detto il commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnik.

“La prima riunione operativa della piattaforma a Bruxelles ha deciso una serie di iniziative per i prossimi due anni: definire le aree e le azioni prioritarie in Europa, organizzando incontri a livello locale e valutando le modalità di intervento, a seconda delle varie popolazioni europee di grandi carnivori”, dice Luigi Boitani, docente di biologia della conservazione ed ecologia animale alla Sapienza di Roma, che nel team di esperti IUCN ha dato un supporto tecnico alla piattaforma Ue “fornendo dati su presenza e distribuzione, fonti di conflitto, azioni prioritarie per la conservazione”.

Come possibili interventi per esempio “si parla di un sostegno agli allevatori per comprare cani, recinti elettrici o altre misure di prevenzione” spiega Boitani. L’Europa ospita miriadi di ecosistemi e culture diverse, quindi una soluzione valida per tutti non c’è. In compenso “nel caso dell’area del Mediterraneo – afferma l’esperto – si sa che lo strumento utile da sempre è il cane pastore, in Italia il pastore maremmano”. In Italia “i lupi sono aumentati fino ad arrivare a un migliaio, sono presenti dalla Calabria alle Alpi e localmente possono fare danni importanti” spiega Boitani, secondo cui una delle aree più esposte “è nella provincia senese e del grossetano: lï i pastori sono originari della Sardegna, dove lupi non ce ne sono.

Chi ha adottato un cane pastore ha visto i danni ridotti al minimo tollerabile”, rileva Boitani, secondo cui tre fattori di sicurezza contro gli attacchi dei lupi sono “cani, recinti elettrici e presenza del pastore”. In Italia cambiano i territori e insieme anche le norme per gli indennizzi. “Per i lupi – afferma l’esperto – non tutte le regioni sono provviste di una legge: ne abbiamo 14 totalmente diverse l’una dall’altra. Nel caso degli orsi, che si trovano solo in Abruzzo e in Trentino, in Abruzzo paga il Parco nazionale e in Trentino la Provincia di Trento”. A fronte dei danni fatti dai lupi, “68mila euro per il Piemonte per il 2010, ben poco nel bilancio complessivo regionale, nessuno parla dei danni provocati dai cinghiali, che sono dieci volte tanto”, spiega Boitani.