“Nella Germania di Angela, la leader riluttante”: Bernardo Valli su ‘la Repubblica’

Pubblicato il 10 Dicembre 2010 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA

Mi chiedo ritornandoci dopo l’ormai ventennale riunificazione, quanto la Germania sia rimasta europea e quanto l’Europa sia diventata tedesca. E’ questa la domanda che si fa Bernardo Valli su ‘la Repubblica’ nel suo viaggio tedesco, quello “Nella Germania di Angela, la leader riluttante”, che Blitzquotidiano vi propone come articolo del giorno.

Valli si chiede cosa sceglierà di fare Berlino, se trascinare l’Europa o se staccarsene, se tornare al marco oppure no.  La crisi dell’euro rende ancora più attuale l’interrogativo, al quale si è tentati di dare una risposta misurando la disponibilità della Germania a difendere la moneta unica, vale a dire un pilastro dell’integrazione europea; e giudicando la capacità degli altri paesi dell’eurozona a tenere il suo passo. Le euforiche cifre dell’economia si traducono in immagini quando si percorre il centro di Berlino coperto di neve e punteggiato di luci, a Ovest o a Est della Porta di Brandeburgo, la Ku’damm da un lato e la Gendarmenmarkt dall’altro, entrambe addobbate per le feste di fine anno.

La Germania si sta rialzando dalla crisi, l’economia è ripartita e proprio questo elemento potrebbe essere una spinta centrifuga dall’Ue: La forte ripresa della sua economia (con i consumi in aumento e la disoccupazione al più basso dal 1992) l’allontana tuttavia, ancor più, dal resto del continente stagnante; e induce in tentazione non pochi tedeschi, che si chiedono se il Paese, competitivo e in forte espansione sui mercati mondiali, non debba prendere le distanze dai partner europei. Anche perché cominciano a costare, fa notare Valli.

Anche se davvero ci fosse l’intenzione di Berlino di voltare le spalle all’Europa, la decisione non sembra così semplice da prendere perché le remore sono tante.

La Germania, che da fuori risulta arrogante, forse soltanto per la sua obiettiva superiorità industriale ed economica, è percorsa da dubbi, esita ad assumersi responsabilità, e finisce talvolta per risultare ambigua. Opponendosi puntualmente a misure tendenti non ad allentare ma a rendere meno rischioso, anche socialmente, il giusto rigore nei bilanci, Berlino impone ritmi insostenibili, che potrebbero appunto spaccare la zona dell’euro in due tronconi, i duri e gli altri; oppure provocare addirittura, con gli anni, l’abbandono di chi non regge al passo. Al tempo stesso non vuole, o ritiene di non potere, assumere la leadership europea. Insomma ha paura di apparire arrogante. La storia glielo impedisce. Angela Merkel incarna queste perplessità.