SUICIDIO NUGNES: BASSOLINO E JERVOLINO SENZA VERGOGNA

Pubblicato il 4 Dicembre 2008 - 06:55 OLTRE 6 MESI FA

di Alex

L’ex assessore di Napoli Giorgio Nugnes si è suicidato, dopo che l’Italia intera aveva letto le intercettazioni in cui guidava, da dentro le sale operative della polizia, le manovre dei facinorosi della monnezza. Quello che non capisco, o meglio non tollero, è l’ondata di perdobuonismo cattocamorrista espresso in occasione dei funerali. Il parroco che è "personalmente testimone delle molte opere di carità" di quest’uomo. La Jervolino (!) che commenta che "c’è sempre qualche mestatore". E come sempre nelle traggedie popolari partenopee, o’ popolo. Quello assiepato a migliaia dentro e fuori la chiesa, che applaude, che urla (come urlano bene i napoletani non urla nessuno), che inveisce. Del fatto che quest’uomo, parte delle istituzioni, tradisse lo Stato (con l’aiuto di un cosiddetto avversario politico) e informasse i facinorosi dei movimenti delle forze dell’ordine in uno scenario da guerriglia urbana non gliene frega nulla a nessuno. E la Jervolino, che da qualsiasi paese civile sarebbe già dovuta emigrare di corsa, si permette pure di fare le sue esternazioni. Come se lei, anima candida, nulla avesse a che fare con gli ultimi due decenni di ammuina sul tema monnezza e dintorni. Manca solo Bassolino che recita l’orazione funebre e poi siamo a posto. Onestamente non credo che Nugnes avesse più diritto di vivere di chi è costretto ogni giorno a bere l’acqua inquinata da quelli che lui dirigeva col telefonino. Non credo che sia morto ingiustamente. Osservo però che, almeno alla fine, ha avuto un briciolo di quel senso di vergogna che a tanta gente, da Bassolino alla Jervolino, è purtroppo mancato.