Conte al giornalista che lo interrompe a Taranto: “Ora parlo io” VIDEO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2020 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
Il premier Conte al giornalista che lo interrompe a Taranto: "Ora parlo io" VIDEO

Conte al giornalista che lo interrompe a Taranto: “Ora parlo io” (Foto da video)

Un giornalista continua a interrompere Conte a Taranto. Il premier alla fine lo blocca: “Ora parlo io”.

Il premier Giuseppe Conte sta parlando con la stampa a Taranto, ma un giornalista lo interrompe in continuazione. Alla fine il presidente del Consiglio lo stoppa d’imperio: “Ora parlo io”. 

Conte parla di Taranto dopo il litigio col giornalista

Taranto è una “perla del Mediterraneo” che ogni giorno fa sentire il suo grido di sofferenza e a cui il Governo vuole dare risposte concrete, proprio come è successo per il Ponte di Genova. Prima di addentrarsi completamente nelle vicende del nuovo Dpcm sull’emergenza coronavirus, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accompagnato da cinque ministri, un viceministro e due sottosegretari, ha trascorso buona parte della sua giornata a Taranto.

Anche perché – ha spiegato – “non possiamo permettere ad un Paese che ha tante ambizioni che una sua perla possa essere degradata al punto da non riuscire più ad essere un faro nel Mediterraneo, nel Mare Nostrum”. Al suo arrivo nella Città dei Due Mari, accolto dal governatore Michele Emiliano, il premier si è recato nell’area dove sorgerà il nuovo ospedale San Cataldo, con un appalto da 22 milioni e 715 posti letto.

“È come per il ponte di Genova: bisogna fare presto. Le squadre lavoreranno notte e giorno. A Taranto e nel Mezzogiorno il Governo ha preso degli impegni e non sono annunci ma passaggi concreti, operativi”.

L’inaugurazione di Medicina e Chirurgia

Poi l’inaugurazione del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia nella ex sede della Banca d’Italia a cui, tra gli altri, hanno partecipato anche i Ministri dell’Università e del Sud, Gaetano Manfredi e Giuseppe Provenzano, il Viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mario Turco. Una cerimonia segnata dalle lacrime di Francesca, la giovane intervenuta in rappresentanza degli studenti.

Il suo è stato il grido di sofferenza di tutta la città jonica, e in particolare di quei giovani che lottano ogni giorno per restarci. “La tua commozione – le si è rivolto il premier durante il suo intervento – non ci è sfuggita. Io ci ho letto la rabbia e il dolore per una comunità che ha accumulato tante e troppe delusioni nel tempo. Quello che vi posso garantire – ha evidenziato Conte – è che la politica continuerà a perseguire questo progetto di rilancio del territorio. Ci rivedrete qui talmente tanto spesso che la nostra presenza finirà per risultarvi quasi molesta”.

L’incontro in Prefettura

Il premier si è quindi spostato nella Prefettura tarantina per l’incontro per la sottoscrizione di alcuni accordi nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per Taranto, che ha una dotazione di oltre un miliardo di euro. Con i Ministri della Difesa, dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, Lorenzo Guerini, Stefano Patuanelli e Paola De Micheli, e con il Sottosegretario ai Beni culturali, Lorenza Bonaccorsi, si è parlato di molti progetti, tra i quali l’insediamento nell’area dell’ex Yard Belleli del gruppo Ferretti, l’accordo tra amministrazioni per la dismissione dagli usi militari ed il recupero e la valorizzazione culturale e turistica dell’area “Stazione torpediniere” nel Mar Piccolo e l’avvio di sei bandi per la riqualificazione della Città vecchia.

Le domande sull’ex Ilva

Inevitabili, nell’ultima parte della giornata tarantina, le domande dei giornalisti sul futuro dell’ex Ilva. “Chiudere un polo siderurgico in Italia – ha risposto il premier – è un problema di sistema, ma noi vogliamo accelerare la transizione energetica, la svolta verde. Arrivano anche i soldi del Recovery Fund e e abbiamo la possibilità di farlo”.

E Conte ai sindacati ha inoltre ribadito che “bisogna attuare quanto sottoscritto nell’accordo 4 marzo” ma che al tempo stesso “senza partner industriale qualsiasi operazione diventa molto a rischio per il rilancio dello stabilimento”. Anche da lì passa il futuro di una perla del Mediterraneo. (Fonti Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev)