Coronavirus. Francesco Cellini, il “dj dei balconi” che fa cantare Monteverde a Roma VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2020 - 13:41 OLTRE 6 MESI FA

Coronavirus. Francesco Cellini, il “dj dei balconi” che fa cantare Monteverde a Roma

ROMA – Gli italiani affrontano la pandemia costretti in casa. Unico momento di sfogo collettivo, diventato popolarissimo (e imitato) in tutto il mondo è quando tutti escono e cantano la stessa canzone dal balcone. Un ‘movimento’ quello dei balconi, che è diffuso in tutta Italia e che muta faccia e sonorità da regione a regione. Da città a città. Spontaneo, ma anche organizzato in alcuni casi.

E così a Roma, nel popoloso quartiere di Monteverde, un ragazzo ha iniziato a far ballare i romani ‘sparando’ musica dal suo balcone, anzi dal suo terrazzo. Ha creato anche una playlist e dalla sua pagina Facebook raccogliere consigli e richieste. Ed è diventato popolarissimo, una star dei social, che anche la tv non ha potuto non notare. Si chiama Francesco Cellini e all’ agenzia Agi si descrive come un ragazzo “leggermente frizzante ma timido”, ha 32 anni, viene da Dicomano, un paesino di 5mila abitanti vicino al Mugello e intrattiene ogni sera l’Italia con degli spettacoli dal suo terrazzo a Monteverde, Roma, con vista su Villa Doria Pamphili e lo stendino di casa sullo sfondo che lui definisce “un simbolo”.

Tutto è iniziato, racconta, “dal flashmob di venerdì 13 marzo. Ho letto dell’evento e ho deciso, visto che ero a casa, di prendere il mio impianto e mettere musica dal terrazzo”. E pensare che quel giorno, se non ci fosse stata la quarantena, lui a casa non doveva esserci: “Se non ci fosse stata l’emergenza sarei dovuto andare a lavoro. Io faccio animazione e intrattenimento per feste, matrimoni e compleanni e avrei dovuto fare un compleanno quel giorno”.

Il successo è stato immediato. “Subito dopo la diretta del primo giorno sono andato a vedere nei gruppi di Monteverde, quelli di quartiere, e da lì siamo arrivati fino in Cina”. Una passione iniziata presto: “Dai 18 anni ho lavorato nei villaggi turistici e da lì, 5 anni fa, mi sono trasferito a Roma per fare le feste di compleanno – racconta  – per intrattenere e ho scelto Roma perché oltre alle feste studio doppiaggio e credo Roma sia la patria dei doppiatori”. Durante la quarantena, a casa, prima dell’improvvisa popolarità, si teneva in allenamento con i video degli istruttori online, guardava le serie tv e giocava alla Playstation. “Da quando è iniziata la quarantena mi sveglio alle 7, rispondo ai messaggi, organizzo la giornata e la scaletta. Pensavo di riposare ma sono felice così”. 

Questo movimento sonoro partito dai balconi per lui “serve a stare tutti insieme, lontani ma vicini, tramite la tecnologia. Se qualcuno non riesce a vedermi dal balcone mi vede da uno smartphone e così se ne rallegra”.

Il flashmob è stato anche criticato da qualcuno per la concomitanza con appuntamenti ben più seri. “Su questa cosa non c’è da scherzarci  per questo motivo da oggi ho spostato lo spettacolo alle 18:30 perché alle 18 c’è il bollettino e inizierò con una canzone simbolo per tutte le persone che non ci sono più che è ‘Il silenzio’ e farò una sorpresa ai bambini”.

Al di là del clamore mediatico e social, di una cosa va particolarmente orgoglioso: “Grazie alla nostra reazione abbiamo fatto vedere come si può trovare lo spirito per sdrammatizzare, per stemperare i toni”. E basta vedere i suoi video o quelli di tutti quanti in questi giorni provano a strappare una risata per rendersene conto. “Siamo degli artisti noi italiani”, dice Cellini e aggiunge: “Per me è una passione e non mi stanca”, ma vorrebbe che tutta questa popolarità legata all’appuntamento dal balcone cessasse di colpo: “Spero di poter smettere presto perché vuol dire che è finita e poi organizzare una festa casomai dal balcone dove poter stare finalmente tutti insieme”.

Cellini racconta all’Agi che gli arrivano tantissimi messaggi da tutta Italia e dagli italiani all’estero “ci sollevi il morale”, gli scrivono, “ora conosco tutto il mio condominio“, prova a vedere il lato positivo di tutta questa storia quando dice: “Ho trovato un sacco di amici”. Il messaggio più bello è stato quello del padre che è a casa a Firenze e gli ha detto: “Grazie a questa cosa ora posso vederti tutti i giorni”.

I brani, racconta, li sceglie “chiedendo alle persone che canzoni vogliono sentire. Cerco di capire quella con la quale vogliono iniziare. Provo ad essere imparziale”. In quanto alla scaletta, confessa di scegliere i titoli per dare speranza: “Mixare canzone e messaggio. Ad esempio ‘Urlando contro il cielo’, ‘Strada facendo’ e le altre canzoni”. E dopo? “Dopo continuerò. Voglio continuare questa cosa. Quando sarà tutto finito voglio ancora suonare. Casomai sui balconi di tutta Roma e sul mio di sera”.

Fonte: Agi, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev