Open Arms, Salvini: “Mandarmi a processo è un regalo”. Già pronto il piano da martire

di Alessandro Avico
Pubblicato il 30 Luglio 2020 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
Open Arms, Salvini: "Mandarmi a processo è un regalo". Già pronto il piano da martire

Open Arms, Salvini: “Mandarmi a processo è un regalo”. Già pronto il piano da martire

“Ringrazio chi mi manda a processo, perché mi fa un regalo: ci vado a testa alta e con la schiena dritta”. Open Arms, Salvini di fatto ha già pronto il piano da martire.

Caso Open Arms Salvini. Siamo al Senato, si decide se Salvini andrà a processo per il caso della nave Open Arms. Nave Ong con a bordo dei migranti bloccata in mare per 19 giorni nell’agosto 2019, quando Salvini era ministro dell’Interno. 

E’ chiaro che se sarà si tratterà di un processo politico. Per questo Salvini ringrazia e dice che in caso di processo per lui sarà un regalo. Un regalo di voti. Passerà come martire perseguitato per aver difeso i confini d’Italia. Una strategia che paga, almeno finora.

“Andrò fino in fondo senza chiedere aiutini a nessuno. Noi alle idee contrapponiamo altre idee non tribunali politici, l’unico tribunale è quello del voto”, dice ancora Salvini in Senato. Altra frase da elezioni insomma.

Salvini contrattacca: “Se andrò a processo, ci andrò a testa alta – scrive su Twitter subito dopo l’intervento di Renzi –  Se pensano di intimorire la Lega con un processo politico “alla Palamara” si sbagliano di grosso. Quando tornerò al governo farò esattamente le stesse cose”. Idem come sopra, altra frase da elezioni.

Salvini in Senato fa notare i posti vuoti nei banchi del governo e, viceversa, la presenza di tutti i senatori a vita, “fatto che conferma quanto ormai siano superati”.

Ringrazia i senatori del M5s per non essere intervenuti “visto l’evidente imbarazzo” e rimarca: “Preferisco il silenzio dei grillini alla ‘supercazzola’ di Renzi”, meritandosi il rimbrotto della presidente del Senato Casellati per il termine adoperato.

Poi ammette che il suo unico rammarico è dover “spiegare la situazione ai miei figli”. E ribadisce quanto già twittato: “Contro di me un processo politico, io non porto i miei avversari in tribunale. L’unico tribunale è quello del popolo, del voto, delle elezioni”. (Fonti Ansa e Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev).