Genere in Scozia, legge permette di scegliere l’identità, ridono i maniaci: è come in Spagna e Danimarca

Genere in Scozia, legge permette di scegliere l'identità, approvata fra polemiche e minacce di impugnazione, ridono i maniaci: è come in Spagna e Danimarca

di Maria Vittoria Prest
Pubblicato il 15 Gennaio 2023 - 18:12 OLTRE 6 MESI FA

Genere, che identità ti senti di avere oggi? La Scozia ha approvato una legge sul diritto all’identità diventando così uno fra i primi paesi al mondo ad approvare un testo per quella che viene definita auto-identificazione di genere.

L’approvazione è stata preceduta da un dibattito acceso e dai toni sovente aspri. Per la maggioranza dei deputati scozzesi è stata una “giornata storica per l’uguaglianza”. Per la minoranza dei conservatori, invece, è l’anticamera di possibili future aggressioni a donne e ragazze da parte di uomini criminali perché metterebbe a rischio gli spazi monosessuali. Il rischio c’è ma il governo scozzese lo ha ripetutamente negato.

Si registra una presa di posizione decisa anche da parte del Governo britannico che ha dichiarato la sua perplessità rispetto ad una legge definita controversa tanto da far intendere che potrebbe bloccarla suscitando la reazione scozzese. Da Holyrood avvertono che qualsiasi tentativo in tal senso sarebbe oggetto di una dura contestazione.

La legge, che è stata votata con 86 voti favorevoli tra SNP (Partito Nazionale Scozzese), Verdi, Laburisti e liberaldemocratici e 39 contrari tra i conservatori, facilita la strada alla transizione rendendola anche meno invasiva.

Ma è anche legge divisiva: il partito SNP che governa il Paese ha registrato il voto contrario di 7 suoi deputati e 2 astensioni. Tra i voti contrari quello dell’ex ministro Ash Regan, costretta poi alle dimissioni, che da quel momento è diventata tra le più tenaci oppositrici della legge.

La Scozia arriva dopo la Danimarca e la Spagna che hanno approvato leggi simili. Ha cancellato il tempo di attesa di due anni per poter cambiare su tutti i documenti di identità l’avvenuta transizione, sopprimendo l’obbligo di una diagnosi di disforia di genere necessaria per presentare la domanda ed abbassando l’età legale per la richiesta da 18 a 16 anni.

Non solo nel Parlamento il dibattito è stato infuocato ma anche una parte considerevole di cittadini ha contestato dall’esterno l’approvazione della legge.

I conservatori accusano che per facilitare il processo di integrazione delle persone trans, il governo ed il parlamento con questa legge hanno di fatto reso più facile ai criminali accedere agli spazi monosessuali e dunque commettere crimini. Questo nonostante che Shona Robison, ministro per le esenzioni, abbia dichiarato che l’Equality Act non cancella gli spazi monosessuali dai quali le persone trans possono essere escluse se le circostanze lo richiedono.

Molte anche le dichiarazioni tra i deputati che hanno votato la legge convinti che essa rappresenti un passo in avanti per il superamento delle disuguaglianze di genere presenti nella società, una opportunità per migliorare la vita di molte persone, un concreto aiuto ad abbattere le barriere culturali e sociali che ancora pesano su molti. Alcuni sottolineano come questa legge non avrà costi aggiuntivi e non peserà sul costo del servizio sanitario.