Aggressione neofascista ai giornalisti de L’Espresso: la solidarietà di Fnsi e Cnog

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Gennaio 2019 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA
Aggressione neofascista ai giornalisti de L'Espresso: la solidarietà di Fnsi e Cnog

Aggressione neofascista ai giornalisti de L’Espresso: la solidarietà di Fnsi e Cnog

ROMA – Aggressione neofascista contro i giornalisti de L’Espresso, FNSI e Cnog al fianco dei colleghi. La Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine nazionale dei giornalisti esprimono piena solidarietà ai colleghi dell’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti, aggrediti a Roma da aderenti ad Avanguardia Nazionale e Forza Nuova. Come ricostruisce sul sito web dell’Espresso Giovanni Tizian, il cronista e il fotografo si trovavano nelle vicinanze del cimitero monumentale del Verano per documentare la manifestazione in ricordo dei morti di Acca Larentia organizzata da Avanguardia nazionale. Un gruppo di neofascisti si è avvicinato a Marchetti e, con spinte e pesanti minacce, si è fatto consegnare la scheda di memoria della macchina fotografica. Altri militanti hanno quindi accerchiato il giornalista Federico Marconi e hanno iniziato a colpirlo con calci e schiaffi.

Azioni che non sono degne di un Paese che si definisce civile e che rappresentano purtroppo solo l’ultimo episodio di violenza e intolleranza nei confronti di giornalisti ‘colpevoli’ solo di svolgere il proprio lavoro al servizio dei cittadini e del loro diritto a essere informati”, affermano FNSI e Cnog.

“Siamo convinti – proseguono – che i colleghi aggrediti, così come tutta la redazione dell’Espresso, continueranno con ancora più forza e determinazione a ‘illuminare’ un fenomeno, quello del riaffermarsi di frange di estrema destra e gruppi neofascisti in tutto il Paese, rispetto al quale, oltre ad una presa di posizione del Viminale, auspichiamo un’azione più incisiva da parte delle istituzioni. Siamo e saremo al fianco di Federico Marconi e Paolo Marchetti in qualsiasi iniziativa riterranno di voler intraprendere in difesa delle loro persone e della loro professionalità e ci auguriamo che forze dell’ordine e magistratura facciano in fretta chiarezza sull’accaduto, anche in relazione al divieto di ricostituzione del partito fascista”.