Caso Aldrovandi: la lettera amara di Patrizia Moretti a Mario Monti

Pubblicato il 24 Gennaio 2013 - 19:42| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

FERRARA – Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ha scritto una lettera aperta a Mario Monti. Lo fa per ricordare a Mario Monti l’omicidio di suo figlio Federico, il calvario giudiziario per arrivare alla condanna dei quattro poliziotti colpevoli (tre anni di carcere), calvario che l’ha toccata in prima persona.

La Moretti infatti è accusata di diffamazione ai danni del pm Mariaemanuela Guerra, la prima ad occuparsi delle indagini sull’omicidio di suo figlio. La madre di Aldrovandi è imputata insieme con i giornalisti de “La Nuova Ferrara” Paolo Boldrini, Daniele Predieri e Marco Zavagli, in un processo a Mantova fissato venerdì prossimo.

Ecco il testo integrale della lettera, nella quale con ironia amara viene chiesto a Monti di fare “giustizia”, ovvero di promuovere il pm Guerra, concedere benefici alternativi alla pena ai poliziotti condannati e invece di far condannare lei, la madre del ragazzo, colpevole di aver criticato la magistratura:

«Caro Presidente del Consiglio dei ministri,
Mi chiamo Patrizia Moretti.
Lei non mi può conoscere ma il suo ministro degli Interni mi conosce eccome!
Io ho il grande torto, la grandissima colpa di avere avuto un Figlio, appena maggiorenne, incensurato, ucciso da 4 agenti di polizia di Stato.
Ecco io ho la grande colpa di essere la madre di Federico Aldrovandi, morto a Ferrara mentre chiedeva e supplicava aiuto a 4 agenti di polizia che con ferocia disumana si stavano accanendo su di lui, inerme a terra.
Io ho questa colpa.
È per questo motivo che il Pm di turno ha lasciato solo il mio ragazzo, cadavere, sull’asfalto di via Ippodromo, non degnandosi di intervenire per rendergli giustizia. È per questo motivo che le prime indagini di quella terribile mattina sono state lasciate in mano ai colleghi di quegli agenti.
È per questo motivo che poi, alcuni di loro, sono stati a loro volta processati e condannati per i depistaggi compiuti proprio in quelle ore, rendendo così particolarmente difficile e doloroso il percorso della giustizia per fare verità.
È per questo motivo che se non fosse stato per me ed il mio avvocato mai si sarebbe potuta conoscere la verità sulla morte di mio Figlio.
Io sono colpevole di questo.
Sono responsabile della condanna di Enzo Pontani, Luca Pollastri, Paolo Forlani, Monica Segatto a tre anni e sei mesi di reclusione.
Questa è la mia colpa.
Allora, presidente, lo Stato deve fare qualcosa! Deve intervenire per rimediare a questa Giustizia!
Occorre restituire dignità al Pm che ha sbagliato terribilmente quella mattina promuovendola ad un prestigioso incarico romano.
Ma non basta! Bisogna anche processare la madre di colui che dal procuratore capo di Ferrara venne definito “un povero disgraziato”, per aver osato criticare quella Pm nello stesso modo con il quale lo avevano già fatto i Giudici.
Ma non Basta!
Occorre risolvere il problema del lavoro e della libertà di quei quattro poveri poliziotti che in fin dei conti cosa poi avevano fatto di così male. Allora le chiedo, Presidente un ultimo sforzo:
Faccia in modo che i due ministeri interessati (Giustizia e Interni) agiscano di concerto ed in sintonia!
Faccia sì che appena il tribunale di Sorveglianza giustamente concede a quei condannati ogni beneficio alternativo alla galera. La commissione interna di disciplina li sospenda immediatamente per tutta la durata e non oltre della pena, onde evitare assolutamente che possano perdere il loro sacrosanto posto di lavoro. Quando terminerà con la mia condanna il processo contro di me, allora potremmo finalmente dire che Giustizia sarà fatta».