Alina Cossu, corpo riesumato dopo 25 anni: si cerca Dna sotto le unghie

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 19:25 OLTRE 6 MESI FA
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Alina Cossu

SASSARI – Il corpo di Alina Cossu è stato riesumato a 25 anni dalla sua uccisione. Un super perito, lo stesso che si è occupato del delitto di via Poma, ha recuperato reperti con un obiettivo: verificare se siano presenti tracce di Dna sotto le unghie e sull’arcata dentaria della ragazza uccisa ad appena 20 anni la notte del 9 settembre del 1988 e poi abbandonata nella scogliera di Abbacurrente, nel nord della Sardegna. Il pubblico ministero della Procura di Sassari Gianni Caria ha conferito l’incarico al medico legale Ernesto D’Aloja, assieme al quale si è recato nel cimitero comunale.

Più di 1500 autopsie eseguite, 53 anni, medico legale tra i più conosciuti a livello nazionale, è professore all’Università di Cagliari, si è formato alla Cattolica di Roma e perfezionato negli Stati Uniti. Ha avuto un ruolo nelle indagini più importanti degli ultimi anni: il delitto di via Poma, quello della contessa Filo della Torre all’Olgiata, ha studiato molte morti misteriose. I prelievi estratti saranno esaminati a Cagliari e solo tra una decina di giorni si avranno le prime risposte.

In particolare le ricerche si sono concentrate sotto le unghie e l’arcata dentaria della vittima. In caso positivo, si procederà alla rilevazione del Dna e alla comparazione con quello degli indagati che – al momento – sono sei, quattro uomini e due donne. Alla riesumazione del cadavere hanno assistito anche i legali degli indagati. Tra loro oltre a Gianluca Moalli (per il quale il pubblico ministero ha ottenuto di recente dal giudice delle indagini preliminari Maria Teresa Lupinu la revoca della sentenza di non luogo a procedere del 10 febbraio 1994), figurano Francesco Ruggiu, Pietro Grezza e Antonio Luigi Canu, ai quali viene contestato il reato di concorso in omicidio volontario.

Nel registro della Procura sono iscritte anche due donne: Maria Giovanna Finca e Giuseppina Liberata Porcu, accusate – in epoche diverse – di false dichiarazioni al pm. Al termine delle operazioni la bara con il corpo di Alina è stata nuovamente tumulata. Nessuno dei parenti della giovane donna era presente. A rappresentarli, l’avvocato di famiglia Enrico Cossu. “Siamo grati – ha detto il legale a nome dei parenti di Alina – per il lavoro svolto dai carabinieri e dalla polizia in tutti questi anni e ringraziamo il pm Gianni Caria e la Procura di Sassari per aver deciso di proseguire nella ricerca della verità. E’ stato nominato un perito molto valido, speriamo che si possa arrivare finalmente all’individuazione dei colpevoli”.