Assenteisti, dove vanno: a fare la spesa, in barca…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Assenteisti, dove vanno: a fare la spesa, in barca...

Assenteisti, dove vanno: a fare la spesa, in barca…

SANREMO – C’è chi va a fare la spesa, chi fa gite in barca, chi una semplice colazione e chi invece si allena, facendo canottaggio proprio durante l’orario di ufficio. Ecco cosa fanno gli assenteisti dipendenti del Comune di Sanremo quando dopo aver timbrato il badge escono dall’ufficio per dedicarsi ad attività decisamente non lavorative. Non solo i dipendenti comunali, ma anche i vigili urbani sono tra gli assenteisti scoperti dalla Guardia di Finanza, che li ha filmati mentre uscivano dal lavoro senza timbrare oppure mandavano mogli o figli a passare il badge a posto loro.

Marco Menduni su La Stampa racconta le storie che la Guardia di Finanza ha filmato gli assenteisti e

“Come scrive il gip Alessia Ceccardi, che nelle ultime righe della sua ordinanza stigmatizza «il disprezzo mostrato dagli indagati per il lavoro, in un momento in cui, tra l’altro, averne uno o conservarlo è per molti ragione di sopravvivenza e non averlo o perderlo ragione di morte e disperazione». Altro set. Sembra quasi uno spot per magnificare il mare di Sanremo, quel mare dove si può praticare il canottaggio per tutto l’anno. Il sole splende illuminando la distesa d’acqua, sullo sfondo il panorama della Città dei Fiori. Peccato che a quell’ora il funzionario dovesse essere al lavoro: così almeno è testimoniato dal suo cartellino. Invece, grazie a qualche collega compiacente, non solo esercitava la sua passione per la voga, ma si faceva bello sui social network. Ancora: per il custode di Palazzo Bellevue, hotel di lusso costruito in un solo anno alla fine dell’Ottocento e oggi sede del Comune di Sanremo, aprire il cancellone dello splendido parco che circonda il sontuoso complesso era, spesso, un compito da delegare alla moglie, impiegata in quelle stanze, all’Ufficio tributi.

Maurizio Zoccarato, ex sindaco di centrodestra, figlioccio ribelle del re detronizzato dell’Imperiese Claudio Scajola, all’inizio del suo mandato aveva giocato tutte le sue carte denunciando, anche ai pm, la «sprecopoli» tra i dipendenti dell’amministrazione. Spesso è l’occasione che fa l’uomo ladro. Gli impiegati dell’ufficio anagrafe, tra i più colpiti, godevano di un benefit particolare. La loro sede è distante, defilata rispetto a Palazzo Bellevue, ma proprio sopra al mercato annonario, dove sono stati spesso beccati a far la spesa nell’orario di lavoro.

Nemmeno si fa mancare, questa inchiesta, la figura del moralizzatore preso con le mani nella marmellata. Quelle della brioche per colazione. Attività al quale l’operaio specializzato della protezione civile dedicava ogni giorno tre quarti d’ora, dopo aver timbrato ma senza nemmeno arrivare a varcare la soglia dell’ufficio. Ben quarantacinque minuti, in media, per assaporare il caffè ma soprattutto per le le letture e i commenti con gli altri avventori. Proprio lui però, volontario di una pubblica assistenza e arbitro di baseball, era un rigidissimo, implacabile fustigatore sui social network dei costumi dei politici italiani, «ladri e corrotti». Un collega arrivava sì al filo di lana della macchinetta, ma dopo aver strisciato la tesserina magnetica rapido rapido si involava di nuovo all’esterno. Destinazione: il chiosco di fiori della moglie, che apriva in attesa di passare le consegne alla consorte”.