Bimba nigeriana, Save The Children: “Garantire la tutela della salute ai migranti”

Pubblicato il 12 Aprile 2010 - 17:08 OLTRE 6 MESI FA

Tommy Odiase, padre della bimba

«La tutela della salute nel nostro Paese deve essere garantita a ogni individuo, a prescindere se migrante e senza considerare la sua condizione di regolarità o meno sul territorio»: così Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia, in merito alla vicenda della bambina nigeriana morta a Cernusco sul Naviglio (Milano) poiché, a quanto riferito dal padre, Tommy Odiase, le sarebbero state rifiutate le cure in quanto non in possesso di tessera sanitaria.

L’Organizzazione sottolinea che, qualora tali circostanze fossero confermate, si delinerebbe una situazione di estrema gravità e violazione del diritto alla salute e all’accesso alle cure sanitarie. In primis dell’articolo 32 della Costituzione, secondo cui la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Ma anche l’articolo 35, comma 3, del Testo Unico sull’Immigrazione sancisce che “ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattie e infortunio”.

In particolare, il suddetto articolo garantisce “la tutela della salute del minore” in esecuzione della Convenzione internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Si rende necessario, pertanto, secondo Save the Children, chiarire al più presto da un lato la parte della vicenda relativa all’accesso alla struttura sanitaria, dall’altro capire se ci siano stati eventuali ritardi nel prestare le cure alla bambina, tali dal provocarne la morte.