Cadmio nelle cappesante a Porto Tolle, 10 pescatori denunciati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2013 - 16:45| Aggiornato il 14 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Sono ormai finite sul mercato, e quindi al consumatore finale, le cappesante e gli altri molluschi contenenti tracce di cadmio, un metallo pesante altamente tossico, immessi nel mercato del pesce di Chioggia (Venezia) da una decina di pescatori che ieri sono stati denunciati dai carabinieri della cittadina veneta.

I militari dell’Arma, scoprendo il raggiro dei molluschi pescati in acque vietate ma marchiati come se il prelievo fosse avvenuto in acque sane, hanno potuto risalire alla frode dei 10 pescherecci chioggiotti quando questa era già avvenuta. Sono stati i tracciati radar dei viaggi compiuti dalle barche a spiegare che cappesante e molluschi provenivano non dalle dalla zona di laguna di competenza dell’Usl di San Donà di Piave (Venezia), bensì dalle acque inquinate di un’area vicina alle foci dei fiumi a Porto Tolle, sul Delta del Po (Rovigo).

I pescatori – stando ai tracciati radar visionati dagli investigatori – avrebbero raccolto cappesante e bulli murrici anche in acque internazionali, commettendo un’ulteriore frode: perché il pescato in questo caso non segue la trafila di quello proveniente da acque interne, ma deve passare al vaglio di centri sanitari specializzati. Non c’è modo di capire quali quantità di molluschi vietati siano finiti sul mercato.

In quelli esaminati, tuttavia, la percentuale di cadmio era piuttosto alta, al punto che le autorità sanitarie – hanno ricordato i carabinieri – erano state costrette a disporre immediatamente lo stop alla pesca nella zona di San Donà, salvo capire con le analisi fatte il mese successivo, che il problema cadmio era del tutto assente. Quindi quei molluschi al ‘cadmio’ dovevano provenire da qualche
altra parte. Per aver indotto la chiusura dell’area di pesca inizialmente sospettata dell’inquinamento i 10 pescatori, oltre che di frode in commercio e falso in atto pubblico, dovranno rispondere anche di procurato allarme.